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partito politico danese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
I Socialdemocratici (in danese Socialdemokratiet- S) sono un partito politico danese di orientamento socialdemocratico fondato nel 1871.
Socialdemocratici | |
---|---|
(DA) Socialdemokratiet | |
Leader | Mette Frederiksen |
Stato | Danimarca |
Sede | Danasvej 7 1910, Frederiksberg. |
Abbreviazione | S o A |
Fondazione | 15 ottobre 1871 e febbraio 1878 |
Ideologia | Socialdemocrazia[1][2] Europeismo[3] In passato Socialismo Socialismo democratico Marxismo Anticapitalismo Socialismo rivoluzionario[4] |
Collocazione | Centro-sinistra[5][6] In passato Sinistra/Estrema sinistra[7] |
Partito europeo | Partito del Socialismo Europeo |
Gruppo parl. europeo | Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici |
Affiliazione internazionale | Alleanza Progressista, SAMAK |
Seggi Folketing | |
Seggi Europarlamento | |
Seggi Regioni | 67 / 205
(2019) |
Seggi Consiglieri comunali | |
Organizzazione giovanile | Giovani Socialdemocratici di Danimarca |
Iscritti | 32 137 (2020) |
Sito web | www.socialdemokratiet.dk/ |
SD è membro dell'Alleanza Progressista e, in sede europea, del Partito Socialista Europeo.
Dal 1871 al 1924 i socialdemocratici non hanno mai guidato il governo. Tra il 1924 ed il 1926 i socialdemocratici guidarono il governo con Thorvald Stauning e poi ancora dal 1929 al 1942. Fino alla prima metà degli anni venti la Danimarca, come il Regno Unito e la Norvegia, vide l'alternanza tra Conservatori, Liberali e Social-liberali. Solo dalla seconda metà degli anni venti i socialdemocratici, dato l'aumento della classe operaia e della popolazione urbana, cominciarono ad assumere un peso maggiore nella vita della nazione. Nella seconda metà del Novecento, i socialdemocratici hanno guidato il Paese per ben 36 anni:
Dal 1947 al 1966 SD ha conseguito alle elezioni politiche una percentuale di voti compresa sempre tra il 38,2% ed il 42,1%. Dal 1966 al 1988 vi è stato un primo declino di consensi. I socialdemocratici, infatti, in quel ventennio non hanno più raggiunto il 40% dei voti toccando anche percentuali intorno al 29%. Nel 1973 scesero, addirittura, al 25,3%. Nonostante il sostanziale divario tra il miglior ed il peggior risultato (1960: 42,1%; 1973: 25,3%) nei 40 anni in esame i Socialdemocratici rimasero sempre il primo partito danese.
Tra il 1990 ed il 1998 i socialdemocratici migliorarono decisamente i propri consensi, superando sempre il 34% dei voti. Nel 2001 e nel 2005, invece, si è assistito ad un nuovo calo del partito, che ha ottenuto rispettivamente il 29,1% ed il 25,8% dei suffragi, perdendo entrambe le volte il primato a favore dei Liberali. Alle elezioni politiche del 2011 gli SD ottennero il 24,9% dei voti e 44 seggi. Nonostante il leggero calo, SD espresse il nuovo premier, Helle Thorning-Schmidt. Il governo venne sostenuto anche dalla Sinistra Radicale, socio-liberali, e dal Partito Popolare Socialista.
Nel elezioni parlamentarie del 2015, nonostante i Socialdemocratici si confermano primo partito di Danimarca con il 26,3% di preferenze e 47 seggi al Folketing non riescono comunque ad ottenere la maggioranza, che passa al centro-destra, tanto che il Premier Helle Thorning-Schmidt è costretta a rassegnare le dimissioni.
Dalla sua fondazione il partito sposa il motto "Libertà, uguaglianza, fratellanza", che si traduce politicamente in un'attenzione alla solidarità con i più bisognosi e nel welfare sociale, ponendo l'accento sulla responsabilità individuale rispetto ai vari membri della società, e in un coinvolgimento rispetto al progetto europeo.[9]
Pur propugnando politiche economiche di sinistra, diversamente rispetto ad altri partiti europei di centro-sinistra SD ha assunto una posizione critica nei confronti dell'immigrazione di massa,[10] in particolare nella seconda metà degli anni 2010, tradottasi in una politica di asilo molto restrittiva e sforzi volti all'integrazione dei migranti alla cultura danese.[11] In un'autobiografia scritta prima di diventare Ministro di Stato nel 2019, Mette Frederiksen scrisse: "Per me è diventato sempre più chiaro che il prezzo della globalizzazione sregolata, dell'immigrazione di massa e della libera circolazione dei lavoratori viene pagato dalle classi inferiori".[12]
Nello stesso periodo il partito si è inoltre allontanato dalla Terza via e dalle politiche centriste, puntando al rafforzamento della tassazione sui ricchi e al miglioramento di suole e asili.[13]
Il partito rimane attento alle politiche volte a proteggere il clima.[14]
Presidente | Inizio | Fine |
---|---|---|
Louis Pio | 1871 | 1872 |
Carl Würtz | 1872 | 1873 |
Ernst Wilhelm Klein | 1874 | 1875 |
Louis Pio | 1875 | 1877 |
Chresten Hørdum | 1877 | 1877 |
A.C. Meyer | 1878 | 1878 |
Saxo W. Wiegell | 1878 | 1879 |
Chresten Hørdum | 1880 | 1882 |
P. Knudsen | 1882 | 1910 |
Thorvald Stauning | 1910 | 1939 |
Hans Hedtoft | 1939 | 1941 |
Alsing Andersen | 1941 | 1945 |
Hans Hedtoft | 1945 | 1955 |
Hans Christian Svane Hansen | 1955 | 1960 |
Viggo Kampmann | 1960 | 1962 |
Jens Otto Krag | 1962 | 1972 |
Anker Jørgensen | 1973 | 1987 |
Svend Auken | 1987 | 1992 |
Poul Nyrup Rasmussen | 1992 | 2002 |
Mogens Lykketoft | 2002 | 2005 |
Helle Thorning-Schmidt | 2005 | 2015 |
Mette Frederiksen | 2015 |
Elezione | Voti | % | Seggi | Posizione |
---|---|---|---|---|
Europee 1979 | 382.487 | 3 / 16 |
- | |
Europee 1984 | 387.098 | 3 / 16 |
- | |
Europee 1989 | 417.076 | 4 / 16 |
- | |
Europee 1994 | 329.202 | 3 / 16 |
- | |
Europee 1999 | 324.256 | 3 / 16 |
- | |
Parlamentari 2001 | 1.003.023 | 52 / 175 |
Opposizione | |
Europee 2004 | 618.409 | 5 / 14 |
- | |
Parlamentari 2005 | 867.933 | 47 / 175 |
Opposizione | |
Parlamentari 2007 | 881.037 | 45 / 175 |
Opposizione | |
Europee 2009 | 503.439 | 4 / 13 |
- | |
Parlamentari 2011 | 881.534 | 44 / 175 |
Maggioranza | |
Europee 2014 | 434.984 | 3 / 13 |
- | |
Parlamentari 2015 | 925.288 | 47 / 175 |
Opposizione | |
Europee 2019 | 592.645 | 3 / 13 |
- | |
Parlamentari 2019 | 915.393 | 48 / 175 |
Maggioranza | |
Parlamentari 2022 | 973.244 | 27,54 | 50 / 179 |
Maggioranza |
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