Parafrasi di Sem
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La Parafrasi di Sem, anche Sêem o Shem, è un'apocalisse[1] gnostica inclusa nel codice VII (1,1-49,9) della collezione di codici di Nag Hammadi; conservatasi in lingua copta, fu originariamente scritta in greco, e la traduzione attuale presenta dei passi oscuri.[2]
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«Parafrasi dello Spirito ingenerato. Ciò che Derdekeas rivelò a me, Sem, secondo la volontà della Maestà.»
(Inizio della Parafrasi di Sem)
Il testo tratta dell'origine del mondo e della salvezza della gente di Sem (uno dei tre figli di Noè). Sebbene chiaramente di matrice gnostica, ha pochi punti di contatto col resto della letteratura seziana, come appunto il riferimento a Sem e non a Set quale capostipite dell'umanità, e sembra, per alcuni aspetti, più simile alla letteratura manichea, includendo alcuni temi peculiari a questa.[3] La "parafrasi" cui fa riferimento il titolo è solo una parte del testo, un commentario ad una "testimonianza" rivelata a Sem; un titolo più adatto all'intera opera sarebbe stato La Rivelazione (Apocalisse) di Derdekeas a Sem.[4]
L'autore dell'opera è ignoto; la data di composizione è individuabile, in base al contenuto, tra la fine del II e il III secolo, mentre la zona di composizione potrebbe essere la Siria o la Mesopotamia, a causa degli influssi manichei.[5]
Ippolito di Roma cita[6] un testo intitolato Parafrasi di Set, che condivide con il presente la visione di un mondo che ha origine da tre potenze primordiali; a differenza della Parafrasi di Sem, però, la Parafrasi di Set citata da Ippolito è uno scritto di chiara matrice cristiana.[3]