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Pandemia di COVID-19 in Israele
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Il primo caso accettato della pandemia di COVID-19 in Israele è stato confermato il 20 febbraio 2020[3], quando una cittadina è risultata positiva presso lo Sheba Medical Center dopo aver fatto ritorno dalla quarantena sulla nave Diamond Princess in Giappone.[4] Il 20 marzo è stato confermato il primo decesso, quando un sopravvissuto all'Olocausto di 88 anni che viveva a Gerusalemme e soffriva di altre patologie pregresse, è stato annunciato come la prima vittima del Paese.[5]
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Pandemia di COVID-19 del 2020 in Israele epidemia | |
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Patologia | COVID-19 |
Origine | Wuhan (Cina) |
Nazione coinvolta | Israele |
Periodo | 20 febbraio 2020 - 5 maggio 2023 |
Dati statistici[1] | |
Numero di casi | 4 764 046[2] (1º gennaio 2023) |
Numero di guariti | 4 741 565 (1º gennaio 2023) |
Numero di morti | 12 037 (1º gennaio 2023) |
Sito istituzionale | |
A partire dall'11 marzo 2020, Israele ha iniziato a far rispettare il distanziamento sociale e altre regole per limitare la diffusione dell'infezione. Gli assembramenti sono stati inizialmente limitati a non più di 100 persone,[6] e dal 15 marzo a non più di 10, e con consiglio ai partecipanti di mantenere il distanziamento.[7] Il 19 marzo, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, affermando che d'ora in poi le restrizioni esistenti sarebbero state legalmente applicate e che i trasgressori sarebbero stati multati. Agli israeliani non era permesso lasciare le loro case a meno che non fosse assolutamente necessario. I servizi essenziali, inclusi negozi di alimentari, farmacie e banche, sarebbero rimasti aperti. Le restrizioni al movimento sono state ulteriormente rafforzate il 25 marzo e il 1 aprile, con l'istruzione per tutti di coprire il naso e la bocca all'aperto. Mentre le diagnosi di COVID-19 sono aumentate particolarmente nella città di Bnei Brak, raggiungendo quasi 1.000 persone infette all'inizio di aprile,[8] il governo ha votato per dichiarare la città una "zona riservata", limitando ingressi e uscite per una settimana. Per il Seder pasquale la notte dell'8 aprile, i legislatori hanno ordinato un divieto di viaggio di 3 giorni e imposto agli israeliani di restare entro 100 metri dalla loro casa solo per la notte del Seder. Il 12 aprile, i quartieri Haredi a Gerusalemme sono stati chiusi.
La vaccinazione contro la COVID-19 in Israele è iniziata il 19 dicembre 2020[9] e proseguita molto velocemente, con il 16% della popolazione completamente vaccinato in 3 settimane.[10] Durante la pandemia, Israele ha inoltre distribuito aiuti umanitari all'Autorità Nazionale Palestinese.[11][12][13]
La prima ondata della pandemia è avvenuta in assenza di un governo ufficiale in Israele, poiché nessuna coalizione di governo si era formata dopo le elezioni legislative israeliane del 2020. Netanyahu ha continuato ad agire come primo ministro, ed è stato accusato di aver assunto poteri aggiuntivi nel tentativo di monitorare e contenere la diffusione del virus. Un governo di unità nazionale ha prestato giuramento il 17 maggio 2020. Durante la seconda ondata, movimenti come le "bandiere nere",[14] con incontri davanti alla residenza di Netanyahu, hanno protestato contro la risposta del suo governo al virus.[15] Durante la terza ondata, il 22 dicembre 2020, il governo di unità nazionale è crollato, portando alla quarta elezione in due anni.[16]
Il 5 maggio 2023, l'Organizzazione mondiale della sanità dichiara ufficialmente la fine della pandemia[17][18][19][20][21].