Palazzetto dello Sport (Roma)
impianto sportivo coperto di Roma Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Palazzetto dello Sport, noto anche come PalaTiziano[1] dal vicino viale Tiziano, è un impianto sportivo polivalente di Roma sito in zona Villaggio Olimpico nel quartiere Parioli.
Palazzetto dello Sport | |
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PalaTiziano | |
Informazioni generali | |
Stato | Italia |
Ubicazione | Piazza Apollodoro 1, I-00199 Roma |
Inizio lavori | 1956 |
Inaugurazione | 1957 |
Costo | 263000000 ₤ |
Proprietario | Roma Capitale |
Progetto | Annibale Vitellozzi |
Prog. strutturale | Pier Luigi Nervi |
Costruttore | Nervi & Bartoli S.p.A. |
Informazioni tecniche | |
Posti a sedere | 3 500 |
Struttura | Impianto coperto |
Area dell’edificio | 2 650 m² |
Area totale | 4 800 m² |
Uso e beneficiari | |
Pallacanestro | Virtus Roma 1960 LUISS Roma OBG Roma |
Pallavolo | Roma Club |
Mappa di localizzazione | |
Ideato e progettato nel 1956 dall'architetto Annibale Vitellozzi e dall'ingegnere Pier Luigi Nervi, fu eretto tra il 1956 e il 1957 in occasione dei XVII giochi olimpici di Roma del 1960. Dopo le Olimpiadi fu utilizzato soprattutto per eventi sportivi, ospitando per diversi anni le squadre di pallavolo Club Italia (Serie A2 maschile)[2], M. Roma Volley e Roma Volley oltre che le squadre di pallacanestro Virtus Roma 1960 ed Eurobasket Roma.
L'impianto, che nel corso degli anni ha subito diversi interventi di manutenzione che hanno anche comportato la progressiva riduzione del numero di posti, è rimasto inutilizzato tra il 2018[3] e il 2023, anno in cui è stato riaperto dopo un intervento di risanamento.[4]
Al momento dell'assegnazione a Roma dei Giochi olimpici del 1960 da parte del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) nel 1955 la città non era dotata di impianti sportivi adeguati ad ospitare un simile evento; erano infatti presenti solamente lo Stadio dei Centomila, poi divenuto noto come Stadio Olimpico, e lo Stadio Nazionale, poi demolito e sostituito dallo Stadio Flaminio.[5] In questo contesto fu deciso che la zona compresa tra il tronco urbano di via Flaminia e i Monti Parioli, posta di fronte al Foro Italico, venisse destinata ad ospitare una parte degli impianti e delle infrastrutture olimpiche, incluso il villaggio olimpico (che fu poi adottato come nome ufficiale della zona urbanistica).
Il progetto del palazzetto fu assegnato dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) all'architetto Annibale Vitellozzi, già progettista dello Stadio dei Centomila, che si avvalse della consulenza decisiva dell'ingegnere Pier Luigi Nervi, quest'ultimo tra i protagonisti dell'urbanizzazione del villaggio olimpico[5] nonché detentore del brevetto per l'utilizzo del ferrocemento, impiegato per la peculiare copertura nervata del complesso.[6] L'impianto secondo il progetto di Vitellozzi sarebbe stato di forma circolare con un diametro di circa 60 metri[7], con una struttura relativamente simile al coevo Palazzo dello Sport progettato da Marcello Piacentini e Nervi stesso[8] ma, a differenza di quest'ultimo, sovrastato da una cupola di copertura che deborda dal perimetro della sala di circa 10 metri.
I lavori di costruzione iniziarono nel luglio 1956 e terminarono il 15 settembre 1957, consentendo all'impianto di essere il primo tra quelli concepiti per l'Olimpiade ad essere completato[9]. Le opere strutturali in cemento furono realizzate dalla Nervi & Bartoli, mentre la Siemens si occupò dell'impianto di diffusione audio interno; la Barbieri installò gli impianti di condizionamento, riscaldamento e ricircolo aria e la Electra si occupò di tutti i lavori di illuminotecnica ed elettricità[10]. Il costo totale dell'impianto ammontò a 263 milioni di lire[9]. L'inaugurazione ufficiale avvenne il 1º ottobre successivo alla presenza di numerose autorità politiche, tra cui il sindaco Umberto Tupini, il Presidente del Consiglio Adone Zoli e i ministri Pietro Campilli, Fernando Tambroni e Giuseppe Togni, e no, tra cui Pier Luigi Nervi e il Presidente del CIO Giulio Onesti.[11]
L'architetto Bruno Zevi paragonò il Palazzetto al Pantheon, definendolo "Un Pantheon schiacciato di cemento armato":[12] partendo dalle stesse premesse (sala cilindrica sovrastata da una cupola[12]) Zevi rilevò che, laddove il Pantheon racchiude e sottende una forma sferica, la struttura di Nervi e Vitellozzi comprende un emisfero in cui la luce entra lateralmente (e non verticalmente come accade nel Pantheon) e ne allarga idealmente lo spazio, attenuandone l'effetto monumentale[12]. Giuseppe Vaccaro trattò invece delle caratteristiche spaziali dell'edificio, che non permettono un preciso riferimento all'osservatore, il quale ha l'impressione che le dimensioni dell'impianto si riducano al suo avvicinarsi ad esso[13].
Dal 2006 e il 2013 l'impianto, la cui capienza nel frattempo fu ridotta a 3 100 posti per ragioni di sicurezza, fu utilizzato dalla M. Roma Volley, formazione di pallavolo che dal 2010 militava in massima divisione per poi sciogliersi nel 2013 per ragioni finanziarie. Nel 2011 si resero necessari lavori urgenti per adeguare l'impianto alle richieste della Lega Pallacanestro al fine di ospitare la Virtus Roma, migrante dal PalaLottomatica per gli alti costi di gestione[14]; i lavori riguardarono l'aumento dei posti (a 3 500 effettivi), il rinnovamento dell'impianto di illuminazione (la OSRAM aveva terminato le forniture di lampade esistenti[14]) e di quello di riscaldamento (che serve anche il limitrofo Palazzo delle Federazioni[14]). Al termine di tali lavori l'impianto divenne idoneo a ospitare la compagine cestistica romana[15].
Nel 2016 la giunta di Virginia Raggi dispose la messa a gara delle concessioni degli impianti sportivi di proprietà comunale, giudicando i canoni d'affitto pagati dai club al di sotto dei valori di mercato[16]. La Federazione Italiana Pallavolo aveva espresso interesse a prendere in affitto l'impianto per farvi giocare una squadra federale in vista della candidatura olimpica di Roma, ma la possibilità venne meno in seguito alla rinuncia alla candidatura da parte della giunta Raggi[17]. Il comune dovette quindi ricorrere eccezionalmente all'affidamento diretto, concedendo a locazione il Palazzetto all'Eurobasket per 4000 euro al mese[17]. Nel frattempo la Virtus Roma tornò al Palazzo dello Sport all'EUR, mentre l'Eurobasket Roma decise lo spostamento in provincia di Latina al PalaCisterna.
Pochi anni dopo nel 2018 il comune dispose la chiusura dell'impianto per lavori che sarebbero dovuti iniziare nel 2019[18] ma che furono assegnati solamente nel 2021 mediante una gara indetta a luglio 2020 dal valore complessivo di circa 2600000 €.[19] Prima dell'assegnazione della gara la struttura è stata vittima di un atto di vandalismo nella notte del 5 agosto 2019, quando alcuni ignoti si sono introdotti all'interno del Palazzetto e hanno appiccato un incendio sul parquet.[20] Il 10 marzo 2021 la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma ha apposto una dichiarazione d'interesse culturale.[21]
Nell'ottobre 2023, dopo cinque anni di chiusura, l'impianto venne riaperto con una capienza ridotta a 2 500 su 3 500 posti, con l'obiettivo di aumentare la capienza massima a 4 500 posti a partire da inizio 2024.[4][22] Ad utilizzarlo in quella stagione furono principalmente la neopromossa Luiss Roma di pallacanestro maschile al primo campionato di Serie A2 della propria storia, il Roma Volley Club militante nella Serie A1 di pallavolo femminile e la neocostituita Oxygen Roma Basket militante nella Serie A1 di pallacanestro femminile.
L'impianto presenta una pianta circolare con un diametro di circa 80 metri ed un'altezza di 21 metri.
La struttura è coperta da una cupola formata da 1 620 losanghe prefabbricate in ferrocemento le quali formano una sorta di "guscio" che, per ovviare alle conseguenze del suo scarso spessore, presenta dei bordi ondulati. Essa presenta delle nervature all'intradosso, larghe circa 5 centimetri ed alte circa 15, che incrementano la resistenza della struttura.
Il peso della cupola viene scaricato su 36 cavalletti inclinati realizzati in cemento armato e costituiti da quattro aste che ricevono il peso della cupola mediante i due nodi superiori e lo scaricano a terra sui due nodi inferiori, di cui uno direttamente collegato all'anello di fondazione. I cavalletti sono disposti radialmente lungo il perimetro dell'impianto ad una distanza angolare di 10 gradi e lineare di 6,30 metri l'uno dall'altro;[7][23] i cavalletti sono inclinati secondo la tangente al punto di intersezione con la calotta in cemento[24].
La struttura può quindi essere vista come la ripetizione radiale di un modulo composto da un cavalletto e da uno spicchio della cupola, andando a formare una struttura perfettamente simmetrica.[25]
La sala è in gradinata unica e il terreno di gioco, in parquet, si trova ribassato rispetto al piano stradale[24]; concepito per ospitare un numero di spettatori variabili tra i 4 000 e i 5 000[24], il Palazzetto dello Sport ospitò le gare di pallacanestro e sollevamento pesi[26] dei giochi olimpici del 1960 di Roma.
Fin dalla sua inaugurazione lo sport d'elezione del Palazzetto è sempre stato il pugilato, per via delle caratteristiche dell'impianto, sufficientemente ampio ma non troppo dispersivo (anche se per le riunioni di più grosso richiamo è stato talora utilizzato il Palazzo dello Sport all'EUR, capace di più di 10 000 posti); fino al 2002, inoltre, fu sede della Roma Volley; in passato, negli anni settanta, aveva ospitato anche la Federlazio[27], che nel 1976-77 in tale impianto si laureò campione d'Italia (la Roma Volley disputò, invece, le gare finali al Palazzo dello Sport[28]).
Fino al 1983 il Palazzetto fu anche sede degli incontri interni della Pallacanestro Virtus Roma, all'epoca sponsorizzata Bancoroma: la squadra tornò a giocare in tale impianto nel 1984 per un breve periodo a causa di un contenzioso con l'Ente EUR per l'utilizzo del Palazzo dello Sport[29], per poi tornare presso quest'ultimo fino al 2000 quando l'edificio dell'EUR andò incontro a un intervento di ristrutturazione; dal 2000 al 2003, quindi, il Palazzetto tornò a ospitare la Virtus, sponsorizzata dapprima Aeroporti di Roma, poi Lottomatica[30].
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