Organizzazione militare dei Celti
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Per organizzazione militare dei Celti s'intende lo studio della storia militare e dell'arte bellica dei Celti dal X secolo a.C., data canonica dello sviluppo, in Europa, della cultura celtica, ai primordi dell'Era cristiana, quando le Guerre romano-celtiche si chiusero con la definitiva vittoria dei Romani.
Organizzazione militare dei Celti | |
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La diffusione dei Celti in Europa all'epoca dell'apogeo della loro civiltà (III secolo a.C.).[1] | |
Descrizione generale | |
Attiva | X secolo a.C. - II secolo |
Nazione | Celti |
Tipo | forze armate di fanteria, cavalleria e navali |
Ruolo | Guerre interne ed esterne |
Battaglie/guerre | Guerre romano-celtiche |
Comandanti | |
Degni di nota | Brenno Vercingetorige Boudicca |
Fonti citate nel corpo del testo | |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
In questo ampio contesto spazio-temporale si collocano le lotte tra le varie tribù celtiche per il controllo dell'Europa centrale e dell'occidentale, sia contro le precedenti popolazioni europee preistoriche sia le une contro le altre. E, inoltre, i grandi conflitti contro solide strutture statali quali il Regno di Macedonia, gli stati ellenistici, gli Etruschi ed i Romani. Dal V secolo a.C. al II secolo a.C., i Celti monopolizzarono, nell'immaginario delle popolazioni mediterranee, il ruolo dei "barbari" iperborei, perdendolo solo quando i Romani entrarono in contatto con la popolazione germanica dei Cimbri.[2]
Al tempo dell'apogeo dell'Impero romano (II secolo), i Celti ancora indipendenti, (Britanni, Caledoni e Scoti), vivevano nell'attuale Gran Bretagna e in Irlanda, ed ivi proseguirono, in relativo isolamento, la loro tradizione bellica, apportandovi sostanziali evoluzioni solo a seguito delle incursioni degli Anglosassoni (dal V secolo), dei Vichinghi (dal IX secolo) e dei Normanni (dal XII secolo).