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Notitia de servitio monasteriorum
manoscritto dell'819 in lingua latina / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La Notitia de servitio monasteriorum ("Avviso del servizio dei monasteri")[1] è un elenco dei monasteri dell'Impero franco e dei servizi che possedeva la corona. Fu compilato sotto l'imperatore Ludovico il Pio nell'819, probabilmente come sommatoria della riforma reale dei monasteri attuata in seguito ai concili dell'816 e dell'817.[2][3] Non è un elenco completo dei monasteri riformati: ne sono presenti solo 82 dei 104 noti per aver adottato le riforme.[4]
Sono elencati tre servizi fondamentali che i monasteri dovevano al sovrano. La milizia era il servizio militare. Dona era un regalo annuale, una tassa o un servizio "donato" al re. Orationes era l'obbligo di pregare per la famiglia reale e lo stato del regno. Collettivamente, questi erano conosciuti con il termine servitium regis ( "servizio per il re"), da cui il servitio del titolo Notitia. [5] Il servizio della preghiera, sebbene specificato nella Notitia, sembra essere stato considerato un obbligo generale di tutte le istituzioni ecclesiastiche dell'impero. [6] L'onere di questi servizi sembra essere stato più grave nella Francia occidentale che nella Francia orientale. Solo quattro monasteri a est del Reno dovevano attuare tutti e tre i servizi: Lorsch, Schuttern, Mondsee e Tegernsee. [7]
Le riforme monastiche intraprese negli anni precedenti la compilazione della Notitia vennero guidate dal monaco Benedetto d'Aniane. Una delle sue principali preoccupazioni era quella di assicurarsi un reddito ad uso esclusivo dei monaci. Questo perché all'epoca i monasteri spesso concedevano terre redditizie come beneficio ecclesiastico ai laici in cambio del loro servizio, un processo noto come infeudazione.[8] Poiché i monasteri potevano essere governati da un abate laico, cioè da un abate che non era sotto la regola (regula) del monastero, i beni e quindi le entrate potevano essere alienati senza riguardo ai bisogni dei monaci. Per evitare ciò, Benedetto designò spesso alcune terre come appartenenti esclusivamente alla prebenda (dotazione) dei monaci. Secondo la Vita sancti Benedicti Anianensis, una biografia di Benedetto scritta dal suo discepolo Ardo, l'imperatore Ludovico determinò quali monasteri del regno dovevano avere un abate regolare, al fine di prevenire gli abusi sui monaci da parte dei laici. Sebbene questa lista fosse probabilmente una compagna della Notitia, non è giunta fino a noi.[8]