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La morte di Boris III di Bulgaria fu un evento repentino e misterioso della seconda guerra mondiale.
Rientrato da poco a Sofia dopo un incontro con Hitler, Boris morì il 28 agosto 1943.
Secondo il diario dell'addetto diplomatico tedesco dell'epoca a Sofia, colonnello von Schönebeck, i medici Seitz e Eppinger, che assistettero il re, ritennero che fosse stato ucciso dallo stesso veleno che Eppinger parrebbe aver rintracciato due anni prima nell'autopsia del primo ministro greco Metaxas: un veleno lento che impiega settimane per agire e provoca eruzioni cutanee.[1]
Del caso esistono tre versioni, ricostruite rispettivamente dal SIS (Regno Unito),[2] dal NKVD (Unione Sovietica)[3] e dal Sicherheitsdienst (Terzo Reich).[4] Funzionari bulgari affermano che lo zar fu avvelenato dai servizi segreti britannici.[2]
Secondo una versione Hitler aveva sollecitato il re a farsi portavoce di una pace separata con l'Unione Sovietica sulla falsariga del trattato di Brest-Litovsk. Durante la guerra, la Bulgaria rappresentava gli interessi diplomatici del Reich a Mosca.
Boris III è sepolto nel monastero di Rila.
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