Monte Chimera
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Il Monte Chimera (in latino Mons Chimaera) era una montagna nell'antica Licia, conosciuta per i fuochi che vi bruciavano costantemente. Si pensa che l'area corrisponda all'attuale sito di Yanartaş (significato in Turco: pietra che brucia), in Turchia, situato a est del villaggio di Çıralı, nel Parco nazionale costiero del Beydağları. In questo luogo metano e altri gas emergono tuttora dalla roccia e bruciano di continuo.
Alcune fonti antiche, a causa delle somiglianze sotto riportate, ritenevano che qui si trovasse la dimora del mitico mostro chiamato Chimera. Fra gli autori antichi arrivati sino a noi, il più antico a ipotizzare l'origine di questo mito escogitando una teoria evemeristica è Ctesia di Cnido, che viene citato da Plinio il Vecchio: nel secondo libro della Naturalis Historia, Plinio identifica la Chimera con le bocche effusive emettenti in permanenza gas situate sul Monte Chimera, nei pressi dell'antica città licia di Faselide.[1] Egli descrisse il luogo come "bruciante", aggiungendo che era "... in verità bruciato da una fiamma che non muore né di giorno né di notte ". Plinio fu citato da Fozio e Agricola. Strabone e Plinio sono le uniche fonti antiche sopravvissute da cui ci si aspetterebbe la discussione di un toponimo licio, ma il toponimo stesso è attestato anche da Isidoro di Siviglia e Servio Mario Onorato, il commentatore dell'Eneide. Strabone sostenne che Chimera fosse il nome di una gola su una montagna in Licia, che lui pone senza esitazione nelle vicinanze del Monte Cragus, la parte meridionale dell'attuale Babadağ, a circa 75 km a ovest in linea d'aria dal luogo sopra citato. Isidoro cita scrittori di storia naturale (vedi sotto) sostenendo che sul monte Chimera c'erano fiamme in un luogo, leoni e capre in un altro, e molti serpenti in un terzo. Servio si spinge fino a porre i leoni sulla cima della montagna, i pascoli pieni di capre nel mezzo e i serpenti intorno alla base, riprendendo così la descrizione omerica del mostro nel libro sesto dell'Iliade.
Il sito fu identificato da Sir Francis Beaufort nel 1811 come il sito moderno turco Yanar o Yanartaş, e venne poi descritto da Thomas Abel Brimage Spratt nella sua opera Viaggi in Licia, Milyas e Cibyratis, viaggi che effettuò in compagnia del Rev. E. T. Daniell.
La discussione sul legame tra il mito e la posizione esatta del monte Chimera fu iniziata da Albert Forbiger nel 1844. L'archeologo e scrittore George Ewart Bean era dell'opinione che il nome fosse alloctono e che avrebbe potuto essere stato trasferito qui dalla sua posizione originale più a ovest (quella citata da Strabone), a causa della presenza dello stesso fenomeno dei fuochi.