Modolo
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Modolo (Mòdolo in sardo[4][5]) è un comune italiano di 174 abitanti[1] della provincia di Oristano in Sardegna. È il più piccolo comune per estensione territoriale della Regione e dista circa 49 chilometri dal capoluogo.
Modolo comune | |
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(IT) Modolo (SC) Mòdolo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Oristano |
Amministrazione | |
Sindaco | Giovanni Maria Milia (lista civica) dal 29-5-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 40°16′31.26″N 8°31′48.07″E |
Altitudine | 131 m s.l.m. |
Superficie | 2,47 km² |
Abitanti | 174[1] (29-2-2024) |
Densità | 70,45 ab./km² |
Comuni confinanti | Bosa, Flussio, Magomadas, Suni |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09090 |
Prefisso | 0785 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 095084 |
Cod. catastale | F261 |
Targa | OR |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona C, 977 GG[3] |
Nome abitanti | (IT) modolesi (SC) modolesos |
Patrono | sant'Andrea |
Giorno festivo | 11 maggio e 30 novembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Modolo all'interno della provincia di Oristano | |
Sito istituzionale | |
Il paese sorge a 134 metri sul livello del mare a pochi chilometri dal mare. Il centro abitato si sviluppa su una ridente collina circondata da una serie di piccole vallate, impiegate per l'agricoltura.
Il nome "Modolo" può derivare dal toponimo antichissimo Madala, oppure può essere scaturito dal latino modulis riferibile sia a "piccola estensione" che alla maniera utilizzata anticamente dalle genti delle valli di Modolo per incanalare o intubare l'acqua delle vicine fonti. In periodo romano esiste già Modulo Vallis attraversato dalla strada occidentale che portava da Sulki, raggiungeva Neapolis, Othoca (l'attuale Santa Giusta), Cornus, nel golfo di Oristano, e proseguiva per Bosa e Nure fino a Turris Lybissonis, l'odierna Porto Torres. Il nome venne mantenuto per tutta l'epoca romana, trasformandosi nell'attuale "Modolo" nel periodo medievale.
Il territorio di Modolo è abitato fin dall'epoca nuragica: passò successivamente sotto il controllo dei Fenici, dei Cartaginesi e quindi dei Romani.
Nel VII secolo d.C. vi si stabilirono dei monaci bizantini che evangelizzarono Modolo e vi edificarono la chiesa parrocchiale di Sant'Andrea apostolo.
Nel Duecento appartenne algiudicato di Torres e fece parte della curatoria di Planargia. Alla caduta del giudicato (1259) passò ai Malaspina e quindi al giudicato di Arborea. Nel 1468 entrò nei domini della signoria della Planargia.
Nel Cinquecento, i Carmelitani vi fondarono un loro convento con l'annessa chiesa dedicata alla Vergine del Carmelo. Nel 1628 passa, con l'intera Sardegna, nei domini della Spagna che affida Modolo in feudo alla famiglia cagliaritana dei Brondo. Nel 1716 passa per vie ereditarie ai Paliacio, che ottengono il titolo di marchesi di Planargia. Qualche anno dopo Modolo entra nei domini dei Savoia, che confermano il possesso dei Paliacio. Solo nel 1839 venne abolito in tutto il Regno di Sardegna il dominio feudale e Modolo diventò quindi un comune autonomo, inizialmente in provincia di Cagliari e dal 1927 in quella di Nuoro.
Ai sensi della Legge Regionale n. 10 del 13 ottobre 2003, che ha ridefinito le circoscrizioni delle nuove province sarde, il comune di Modolo è passato alla Provincia di Oristano.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 marzo 2002.[6]
«Stemma semipartito troncato, con la fascia diminuita e partita di rosso e di azzurro sulla troncatura: nel primo, di azzurro, alla collina di verde, fondata in punta e uscente dai fianchi, cimata dal sole d'oro, per metà celato dalla collina; il secondo, di rosso, al grappolo di uva malvasia, d'oro, con il tralcio al naturale posto in fascia e con il pampino di verde posto a destra; il terzo, d'oro, al ramoscello di ciliegio al naturale, ondeggiante in banda abbassata, con otto ciliegie di rosso e con sedici foglie di verde. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'oro, il motto, in lettere maiuscole di nero, MODULO VALLIS. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di giallo. Un'ampia area del territorio comunale è coltivata a vigneto, dove si produce un rinomato Malvasia di Bosa, e a frutteto, soprattutto ciliegi.
Il principale monumento del villaggio è la chiesa parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo, fondata nell'Alto Medioevo ma danneggiata da un incendio nel XIX secolo. All'interno della chiesa sono conservate alcune statue lignee risalenti al XVII secolo. Altre chiese sono dedicate alla Madonna del Grappolo, a sant'Isidoro[non chiaro] e alla santa Croce.
Intorno al paese, sono state rinvenute basi archeologiche di nuraghi, domus de janas e i resti di una villa romana.
Abitanti censiti[7]
Secondo i dati ISTAT[8] al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 3 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
La variante del sardo parlata a Modolo è quella logudorese centrale o comune.
L'economia di Modolo si basa quasi esclusivamente sull'agricoltura; le colture tradizionali sono la vite e il ciliegio. Il paese rientra nell'area di produzione del vino DOC Malvasia di Bosa secco, liquoroso secco, liquoroso dolce naturale e dolce naturale.
Il comune di Modolo fa parte della Unione di comuni della Planargia.
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