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Microscopio confocale
tecnica di imaging ottico per aumentare la risoluzione ottica e il contrasto di una micrografia mediante l'utilizzo di un foro stenopeico spaziale per bloccare la luce fuori fuoco nella formazione dell'immagine / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il microscopio confocale è un microscopio ottico, uno strumento scientifico che si basa su una tecnologia volta ad accrescere sensibilmente la risoluzione spaziale del campione, eliminando gli aloni dovuti alla luce diffusa dai piani fuori fuoco del preparato.[1]
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Un primo brevetto risale al 1884, quando a soli 24 anni Paul Gottlieb Nipkow registrò il "Telescopio Elettrico" basato sul principio del disco rotante da lui osservato.
Le basi teoriche dello strumento, in senso lato, vennero poste verso la metà degli anni cinquanta dallo scienziato attivo nel campo dell'intelligenza artificiale, Marvin Lee Minsky[2].
I primi apparati progettati, effettivamente costruiti e diffusi in campo applicativo furono microscopi con tecnologia CSLM, costruiti nel Regno Unito all'inizio degli anni novanta ed inizialmente commercializzati dalla ditta Bio-Rad, sulla base di ricerche e prototipazioni condotte al MRC Laboratory of Molecular Biology di Cambridge da William Bradshaw Amos[3] negli anni ottanta.