Massacro di Meja
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Il massacro di Meja (in albanese Masakra e Mejës) fu l'esecuzione di massa di 372 civili albanesi del Kosovo, maschi e tra i 16 e i 60 anni[1], commessa dalla polizia serba e dalle forze dell'esercito jugoslavo come atto di rappresaglia per l'uccisione di sei poliziotti serbi da parte dell'Esercito di liberazione del Kosovo (KLA). Le esecuzioni si verificarono il 27 aprile 1999 nel villaggio di Meja vicino alla città di Gjakova, durante la guerra del Kosovo. Gli uomini vennero prelevati da convogli di rifugiati a un posto di blocco a Meja e alle loro famiglie venne ordinato di recarsi in Albania. Uomini e ragazzi vennero separati e poi giustiziati lungo la strada.[1][2] Il massacro è considerato il più grande tra quelli avvenuti durante la guerra del Kosovo.[3]
Massacro di Meja massacro | |
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Tipo | omicidio di massa |
Data | 27 - 28 aprile 1999 |
Luogo | Meja, Oriza e altri villaggi nella valle di Caragoj, vicino a Gjakova, in Kosovo (allora parte della Serbia e Montenegro) |
Stato | ![]() |
Coordinate | 42°31′48″N 20°14′24″E42°31′48″N, 20°14′24″E |
Obiettivo | civili albanesi kosovari cattolici maschi tra i 16 e i 60 anni |
Responsabili | servizi di sicurezza jugoslavi, poliziotti serbi |
Conseguenze | |
Morti | 372 |