Mascari e Canali
due fazioni che, nella prima metà del XVI secolo si contesero il predominio sulla città di Trapani / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Con i soprannomi Mascari e Canali, pseudonimi - rispettivamente - delle famiglie Sanclemente e Fardella, vengono designate le due fazioni che, nella prima metà del XVI secolo si contesero il predominio sulla città di Trapani. Momento culminante della faida si ebbe nel biennio 1516-1517, nel contesto dei tumulti scoppiati in tutta l’isola alla morte di Ferdinando il Cattolico.
Mascari e Canali parte della Rivolta del 1516 | |||
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Trapani nel XVI secolo | |||
Data | 1516 | ||
Luogo | Trapani | ||
Esito | sconfitta dei Fardella ed insediamento di Simone Sanclemente come capitano giustiziere | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Perdite | |||
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Voci di rivolte presenti su Wikipedia | |||
Fu lo scontro tra la vecchia aristocrazia, rappresentata dai Sanclemente - e dalle famiglie loro alleate dei Ferro, Vento, Sieri Pepoli, Carissima, Vincenzo, Naso, sostenute anche dalla comunità ebraica - e il ceto emergente dei funzionari, al quale appartenevano i Fardella e i loro accoliti[1].
Protagonisti della rivolta furono don Simone Sanclemente, barone di Inici, e il miles Giacomo Fardella, ma altri soggetti furono coinvolti, non solo trapanesi, non solo siciliani: da prima, la regina Giovanna di Castiglia, interessandosi subito ai fatti trapanesi, manifestò - in una lettera inviata ai giurati di Trapani - la propria preoccupazione per le azioni sovversive promosse dai ribelli; in seguito, nei mesi cruciali del moto, il figlio Carlo d'Asburgo accolse a Bruxelles Giacomo Fardella e, mostrandosi riconoscente la fedeltà dimostrata, si adoperò personalmente affinché si giungesse ad una composizione della lite; infine, fu attraverso l’intercessione del viceré Juan de Vega e l’intervento di Pietro d’Agostino, maestro razionale del Regno e capitano d’armi di Trapani, che si giunse, nel 1550, alla stipulazione di un contratto di pace, con il quale il conflitto venne definitivamente appianato e si posero le basi per la fondazione, un lustro più tardi, della Confraternita della Carità della Santa Croce. Contraenti primari furono don Giuseppe Sanclemente, barone di Inici e di Mokarta (figlio di don Simone Sanclemente), e il miles Gaspare Fardella (figlio di Giacomo Fardella).