Marlia
frazione del comune italiano di Capannori Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Marlia è una frazione del comune italiano di Capannori, nella provincia di Lucca, in Toscana.
Marlia frazione | |
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Il giardino di Villa Reale | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Lucca |
Comune | Capannori |
Territorio | |
Coordinate | 43°53′52.98″N 10°33′26.06″E |
Altitudine | 63 m s.l.m. |
Abitanti | 5 369 (2020) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 55014 |
Prefisso | 0583 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | marliesi |
Patrono | Santa Maria Assunta e san Giovanni Evangelista |
Cartografia | |
Situata ai piedi delle Pizzorne, al confine con Matraia e Lammari, Marlia si estende all'interno del comune di Capannori, in mezzo ai torrenti Fraga e Caprio.
Il torrente Fraga[1] nasce a un'altitudine di circa 900 metri di altezza sul livello del mare. Lungo il suo percorso di circa 9 chilometri, il torrente attraversa varie località tra cui Matraia, Ciciana e San Pancrazio.
Da qui, fino alla foce del Serchio in cui si immette, il suo percorso diventa rettilineo, grazie alle numerose opere di canalizzazione. Lungo le sponde del fiume sono presenti numerosi lavatoi. In tempi più antichi, la gestione del torrente fu oggetto di dispute tra le famiglie aristocratiche lucchesi che avevano proprietà sparse lungo i territori bagnati dal fiume. Nel 1609 la famiglia Guinigi fu accusata di dirottamento del torrente creando malcontento tra la comunità. Con il decreto del 21 novembre 1818, Maria Luisa di Borbone decise che le acque del torrente Fraga venissero usate esclusivamente dalla Villa Reale, a scopi ornamentali. Agli inizi del XIX secolo venne creta un'importante opera di canalizzazione chiamata "Gora della Villa Reale di Marlia", un acquedotto in pietra costituito da cinque archi situato in località "Botteghino" a Ciciana. Il torrente Fraga oggi è posto in manutenzione del Consorzio di Bonifica Auser-Bientina.[2]
Il rio Caprio nasce dai Monti delle Pizzorne e attraversa diverse frazioni del comune di Capannori.
Lungo le sue sponde si possono vedere, ormai in uno stato di totale abbandono, opifici idraulici; sono ancora presenti elementi antichi usati per le varie attività, tra cui i macchinari per molitura e frangitura e vasche che fungevano da lavatoi per le olive.
Nel 1721 fu creato un ente preposto al controllo dei fiumi, denominato "Offizio sopra le Acque e Strade delle Sei Miglia" che aveva il compito di provvedere alla manutenzione degli argini dei fiumi, alla pulizia e alla riscossione delle tasse. A partire dal 1801, con la reggenza dei Borboni, viene istituito un altro ente, chiamato "Comitato sulle Acque e Strade" stavolta gestito da tre ingegneri, tra i quali anche Lorenzo Nottolini.
La scoperta di una necropoli ligure dimostra la presenza di un insediamento ligure del III-II secolo a.C., probabilmente come villaggio di pescatori e coloni.
Gli scavi archeologici condotti dall'Ispettore della Sovraintendenza alle Antichità, Giorgio Monaco, a partire dal 1969 in località “Ponticello” presso le Cartiere del Serchio hanno infatti riportato alla luce quattro anfore, ciascuna disposta verticalmente e con la bocca verso il basso. La presenza di numerosi oggetti da sepoltura mostra che si trattava di un corredo funebre risalente al III-II secolo a.C.
In seguito ad altri scavi presso le "Officine Toschi" furono ritrovate altre anfore. A causa del numero più ridotto degli oggetti sepolcrali e della presenza di un'anfora romana classica, la quale fungeva unicamente da contenitore delle ceneri del defunto, questi ritrovamenti sono attribuiti al periodo augusteo.
In un documento dell'archivio arcivescovile di Lucca risalente all'anno 853, Marlia era conosciuta come Marila, dall'882 come Marilla e dal 1100 ha assunto definitivamente il nome di "Marlia".
Nel 1308 il Comune di Lucca, con lo Statuto Lucchese, per amministrare le nuove terre della Piana di Lucca istituì dei Sobborghi, all'interno dei quali si trovava il Distretto delle Sei Miglia in cui è presente anche Marlia. In seguito alla morte di Castruccio Castracani, Lucca e tutta la piana furono oggetto di disputa tra pisani e fiorentini.
Le persecuzioni anti-ebraiche nel Novecento ebbero un impatto diretto sulla vita del paese. In conseguenza dell'introduzione delle leggi razziali fasciste nel dicembre 1938 lasciarono il paese per emigrare all'estero due famiglie di medici ebrei ungheresi, i Lucaks e i Berkovics, che vi si erano stabilite dal 1931, ben integrandosi con la popolazione locale.[3] Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, giunsero a Marlia tre famiglie ebraiche livornese (8 persone) in cerca di rifugio. Furono arrestate da repubblichini e condotte alla morte ad Auschwitz.[4] Fu uno dei gruppi più consistenti di ebrei arrestati nella provincia di Lucca.[5]
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