Marchesato di Groppoli
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Il Marchesato di Groppoli era un feudo imperiale rimasto per tutto il Medioevo sotto la signoria dei marchesi Malaspina del ramo detto di Mulazzo. Occupava una porzione della Lunigiana tra l'Appennino Ligure e quello Toscano, oggi in provincia di Massa Carrara.
Marchesato di Groppoli | |
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Dati amministrativi | |
Lingue ufficiali | Italiano, latino |
Lingue parlate | Dialetto della Lunigiana |
Capitale | Groppoli |
Dipendente da | Sacro Romano Impero |
Politica | |
Forma di governo | Monarchia assoluta (marchesato) |
Capo di Stato | Marchesi di Groppoli |
Nascita | 1581 con Azzone Malaspina |
Causa | Vendita di parte del feudo di Mulazzo alla Toscana |
Fine | 1797 con Anton Giulio III Brignole Sale |
Causa | Occupazione napoleonica e, dopo la restaurazione, annessione al ducato di Modena e Reggio |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Lunigiana |
Economia | |
Commerci con | Stati vicini |
Religione e società | |
Religione di Stato | Cattolicesimo |
Classi sociali | Nobili, clero, contadini |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Marchesato di Mulazzo |
Succeduto da | Ducato di Modena e Reggio |
Per la sua posizione strategica, militare e commerciale, il Marchesato servì da cerniera tra Liguria, Lombardia e Toscana. In quanto tale, la Repubblica di Genova e la famiglia Medici fecero concorrenza per estendere il loro dominio sulla regione. Nel periodo medievale Groppoli formò una parte delle terre possedute dalla famiglia Malaspina. La contea imperiale di Groppoli fu acquistata dal conte Landi di Piacenza, come eredità di sua moglie Briseide, figlia di Azzone Malaspina, e nel 1549 Landi la vendette a Cosimo I de' Medici. Dopo una disputa di cinque anni nel Consiglio aulico dell'impero, tornò nelle mani di Giovan Cristoforo Malaspina.[1]
Nel 1576 divenne di nuovo autonomo in seguito alla divisione tra i fratelli Antonio Maria, Ottaviano, Giovanni Gaspar e Cesare, figli di Giovan Cristoforo Malaspina. Ma il feudo non rimase a lungo nelle mani di Antonio Maria, che nel marzo 1577 lo vendette per 21 000 scudi a Francesco I de' Medici, che ricevette l'investitura imperiale l'anno successivo.[1]
Nel 1592 Ferdinando I de' Medici lo assegnò al nobile genovese Giulio Sale in compenso dei servigi ricevuti e un pagamento di 30 000 scudi in oro.[1] Questi se ne occupò solo marginalmente, impegnato com'era nei suoi affari e, alla sua morte (1607), non avendo che una sola figlia femmina, lasciò il feudo al nipotino Anton Giulio – figlio appunto di Geronima Sale e di Giovanni Francesco Brignole Sale, poi doge di Genova –, investitura confermata dai Medici nel 1622, alla sua maggior età.
Il marchesato restò nelle mani dei Brignole Sale anche quando la Toscana – estinta la casata medicea nel 1737 – passò sotto gli Asburgo-Lorena di Toscana e fino alla completa estinzione del feudalesimo[2].
Anton Giulio fece costruire un palazzo, dato che l'antico castello era ormai superato dai tempi e divenuto troppo angusto, per sé e per i suoi genitori, che amavano quella contrada. Quando rimase vedovo della moglie Paola e abbracciò la Compagnia di Gesù, il suo primogenito Rodolfo gli subentrò, ma, non avendo eredi, questi lasciò il marchesato al fratello Giovanni Francesco, il quale ottenne conferma dell'investitura da Cosimo III nel 1683[3].
Il figlio di quest'ultimo, Anton Giulio, ambasciatore della Serenissima Repubblica di Genova a Versailles, non si curò troppo di Groppoli, cosa che fece invece suo figlio Giovanni Francesco, in seguito doge di Genova, che si occupò del feudo in prima persona e si rifiutò di riconoscere la legge emanata nel 1749 dal governo toscano che limitava gli antichi poteri feudali.[4]
Alla sua morte (1760) il marchesato passò prima al fratello Giuseppe e successivamente a Rodolfo Emilio Brignole Sale,[4] il fratello più giovane, poi anch'egli eletto doge.
Nel 1773 i contadini di Groppoli, scontenti della politica fiscale dei Brignole Sale, si rivoltarono e assediarono l'antico castello del XV secolo, l'unico assedio di tutta la sua storia.
Nel 1774 il feudo poté effettivamente venir riunito al Granducato di Toscana, per essere infine soppresso nel 1797 insieme a tutti i feudi imperiali con l'avvento di Napoleone.
Ai Brignole Sale restarono quindi il titolo nobiliare e le proprietà fondiarie, senza più alcun potere.