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Jotunn/dio della conoscenza e della saggezza Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Mímir è un personaggio della mitologia norrena.
Era un gigante rinomato per la sua saggezza, tanto che lo stesso Odino intraprese un viaggio verso Jǫtunheimr, la terra di questi esseri, per acquisirla: il Padre degli dèi riuscì nell'impresa bevendo dalla fonte magica di Mímir (Mímisbrunnr, in lingua norrena[1]), ma in cambio fu costretto a sacrificare l'occhio destro.
Si dice che Mímir fosse il presunto figlio del gigante Bölþorn, il che lo renderebbe fratello di Bestla e quindi zio materno di Odino; nel Gylfaginning si afferma che come custode della fonte Mímir ne beveva l'acqua con il Gjallarhorn, un corno per bere che condivide il nome con quello che Heimdallr userà per annunciare l'inizio del Ragnarǫk, la fine del mondo.
Secondo alcune fonti Odino ritornò da questo viaggio con la testa di Mímir da consultare come un oracolo; altre fonti affermano invece che la testa di Mímir fu recisa e mandata a Odino durante la guerra fra Æsir e Vanir.
Mímir era anche il consigliere di Hœnir dopo che quest'ultimo divenne la guida dei Vani.
Secondo la mitologia, Mimir venne mandato insieme a Honir per fungere da consigliere ai Vani, che insoddisfatti dei suoi consigli, lo decapitarono e ne spedirono la testa ad Odino, che la prese e la bagnò con una fonte magica, restituendole la vita e l'intelligenza.
In seguito Mimir divenne anche il guardiano della Fonte, dove esigeva un prezzo per chiunque desiderasse l'intelligenza della fonte, ma offrendo in cambio qualcosa di importante. Odino sacrificò il suo occhio per poter bere alla Fonte.
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