Luigino
moneta italiana e francese del XVII secolo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Luigino era il nome dato in Italia alle monete d'imitazione del petit louis, una moneta francese d'argento da 1/12 di luigi (Douzieme d'écu), pari a 5 sol tornesi,[1][2][3] e quindi detta anche louis aux cinq sous (luigi da cinque soldi)[4].
Luigi XIII | |
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LVDOVICVS• XIII• D• G• FR• ET• NAVAR• REX, busto di Luigi a destra | SIT• NOMEN• DOMINI• BENEDICTVM•, stemma di Francia. |
AR, 2,26 g; zecca di Parigi; 1643. |
Luigi XIV | |
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LVDOVICVS• XIV• D• G• FR• ET• NAVAR• REX, busto di Luigi a destra. | SIT• NOMEN• DOMINI• BENEDICTVM•, stemma di Francia. |
AR, 2,26 g; zecca di Parigi; 1644. |
Guglielmo Enrico d'Orange | |
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GVIL HNR D•G• PRI AVR busto volto a destra | SOLI DEO HONOR ET GLO stemma coronato inquartato al corno da caccia degli Orange e al leone dei Nassau. |
AR, 1,94 g; 1665. |
Livia Centurioni Oltremarini | |
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LIV MA PRI SP COMT SOW DOM testa a destra | DNS ADIVTOR ET REDEM MEVS stemma di Francia con lambello. |
AR, 2,02 g; zecca di Tassarolo, datata 1666. |
In alto: FERDINAND II MAG DVX E, busto coronato di Ferdinando II de' Medici (Livorno) In basso: FLAVIVS CAR GHISIVS LE A; busto del cardinale Flavio Chigi (Avignone) |
In alto: PHILIPPVS DG COMES TASS; busto di Filippo Spinola (Tassarolo) In basso: FLAVIVS CAR GHISIVS LEGA AVE; busto del cardinale Flavio Chigi (Avignone). |
Flavio Chigi | |
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FLAVIVS CARD GHISIVS LEGA AV, busto a destra. | (stella) EX MONTIBVS PAX ORIETVR, armi dei Chigi. |
AR 2,06 g, zecca di Avignone, 1663. |
Violante Lomellini D'Oria | |
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DON VI LO PRINCI S VED DO, busto femminile a destra. | DOMINVS VIRTVS MEA E(t) SALVS MEA stemma coronato: ai due gigli in capo e all'aquiletta in punta. |
Torriglia: BI, 1665 |
I luigini furono coniati in Italia da molte zecche per essere inviati nei paesi del Levante dove furono utilizzati come ornamento[1][5]. Nell'Impero ottomano la moneta prese il nome di timmin o temmin, dall'arabo thumn (un ottavo) perché il valore nominale era di 1/8 di altun, una moneta turca[6][7]. Questo commercio, diffuso dalla metà del XVII secolo, diede luogo dapprima a una speculazione e in seguito a una vera e propria truffa[8].
In tempi moderni il cosiddetto principato di Seborga ha usato questo nome per coniare medaglie che non hanno corso legale.