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patriota italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Luigi Bolis (Bergamo, 4 giugno 1841 – Figline Valdarno, 13 marzo 1932) è stato un patriota italiano.
Bergamasco di nascita visse a lungo a Figline Valdarno. Fu uno dei Mille di Garibaldi.
Diciottenne, si arruolo' volontario nella 2ª Compagnia del 3º Reggimento dei Cacciatori delle Alpi partecipando agli scontri di Seriate e alla Battaglia di Treponti; terminata la guerra ritornò a casa.
Raggiunto nella primavera del 1860 dalla notizia che Garibaldi raccoglieva volontari, fu tra i primi a raggiungere il raggruppamento in Liguria venendo assegnato all'ottava compagnia comandata da Angelo Bassini. Partecipò a tutta la campagna siciliana, venendo promosso a sergente furiere a Palermo e quindi, per meriti acquisiti durante i combattimenti di Capua venne promosso a luogotenente il 23 ottobre 1860 con nomina personale di Garibaldi. Durante la battaglia del Volturno venne ferito alla mano destra da un colpo di baionetta. Alla fine della guerra e conseguentemente alla scioglimento dei corpo dei volontari, diede le dimissioni il 16 dicembre dal corpo ritornando a Bergamo, divenendo impiegato nell'Amministrazione delle Poste.
Saputo che Garibaldi si stava apprestando alla spedizione dell'Aspromonte, per liberare Roma, lasciò l'impiego per parteciparvi. A seguito del suo insuccesso dovette rientrare a Bergamo ove si trovò destituito per punizione del suo impiego pubblico; da qual tempo iniziò un'attività di commercio.
Trasferitosi a vivere con la sua numerosa famiglia (18 figli) a Figline Valdarno, facendo commercio di chincaglieria, si ritrovò ad essere uno dei più longevi tra i reduci garibaldini[1], venne nominato il 12 maggio 1910 cavaliere della Corona d'Italia, e ufficiale nel dicembre 1914. Partecipò a manifestazioni e festeggiamenti di anniversari risorgimentali come quello del 1885 celebrante il venticinquennio della liberazione di Palermo, città in cui ritornò l'11 maggio 1930 per i festeggiamenti del 70º della sua presa partecipandovi, assieme ad altri sei reduci garibaldini, al XVIII Congresso della Società del Risorgimento[2].
Divenne un simpatizzante del movimento fascista fin dalla sue prime origini, e il 28 dicembre 1924 il governo gli assegnò la Commenda dell'Ordine della Corona d'Italia assieme a provvidenze che gli garantirono una tranquilla vecchiaia[3].
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