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lingua amerinda isolata, parlata dagli nativi americani della Nazione Timucua Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La lingua timucua era una lingua amerinda isolata, parlata dai nativi americani della Popolazione Timucua, composta da parecchie tribù che parlavano dialetti simili. Si è estinta verso la fine del XVIII secolo.
Timucua † | |
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Parlato in | Stati Uniti: Florida settentrionale, Georgia meridionale |
Periodo | seconda metà del XVIII secolo |
Locutori | |
Classifica | estinta |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue isolate |
Codici di classificazione | |
ISO 639-3 | tjm (EN)
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Glottolog | timu1245 (EN)
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Distribuzione, prima dell'arrivo degli europei, dei dialetti Timucua. | |
La Popolazione Timucua viveva nel Nord della Florida attuale e nella zona meridionale della Georgia. Forse esisteva anche un piccolo gruppo isolato che viveva in Alabama, ma le notizie sono scarse e non tutti gli studiosi le accreditano.
Quasi tutto di ciò che si conosce sulla lingua, deriva dai lavori del padre Francisco Pareja, un missionario francescano che arrivò a St. Augustine nel 1595. Durante i suoi 31 anni di servizio tra i Timucua, sviluppò un sistema di scrittura per la lingua, il primo per una lingua indigena nelle Americhe. Pubblicò diversi catechismi bilingui Spagnolo-Timucua, ed una Grammatica della lingua Timucua, tra il 1612 ed il 1627. Nel 1763 gli inglesi occuparono la Florida alla fine della Guerra dei sette anni, e molti coloni e missionari spagnoli, inclusi gli ultimi rimasti locutori Timucua, fuggirono a Cuba. Qui, realisticamente, si fusero con altri gruppi perdendo la propria identità, facendo diventare il timucua una lingua morta.
Generalmente il timucua è considerato una lingua isolata, non essendo geneticamente correlata ad alcuna lingua parlata nell'America del Nord. Si è tentato di compararla ad alcune famiglie linguistiche nordamericane (Lingue muskogean, lingue caribe, Lingue siouan, Lingue algonchine, Lingue arawak, ecc.) senza riuscire però a trovare qualche contatto con esse.
Il linguista Julian Granberry ha suggerito che la lingua timicua poteva essere un sistema linguistico creolo, con apporti venuti dalla Colombia e dal Venezuela.
Questo passo è preso dal Confessionario del padre Pareja, in cui un prete interroga un indigeno pronto alla conversione. Viene riportato il testo in Timucua e Castigliano dell'epoca, dall'originale, segue una traduzione italiana.[3]
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