![cover image](https://wikiwandv2-19431.kxcdn.com/_next/image?url=https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/43/Protect_Your_Republic_Protest_-_1_%25282007-04-14%2529.jpg/640px-Protect_Your_Republic_Protest_-_1_%25282007-04-14%2529.jpg&w=640&q=50)
Laicità in Turchia
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La laicità in Turchia definisce il rapporto tra religione e Stato in Turchia. La laïcité fu introdotta per la prima volta con l'emendamento del 1928 alla Costituzione del 1924, che rimuoveva la disposizione che dichiarava l'Islam come "religione dello Stato", e con le successive riforme del primo presidente della Turchia Mustafa Kemal Atatürk, le quali stabilirono i requisiti amministrativi e politici per creare uno Stato moderno, democratico, laico e allineato al kemalismo.
![Thumb image](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/43/Protect_Your_Republic_Protest_-_1_%282007-04-14%29.jpg/640px-Protect_Your_Republic_Protest_-_1_%282007-04-14%29.jpg)
Il principio del secolarismo turco, a differenza di quanto avvenuto nel mondo occidentale, non fu conseguente a un fenomeno culturale in atto nella società, ma piuttosto dall'azione diretta e decisa e dall'entusiasmo rivoluzionario di una piccola élite composta da burocrati e giovani ufficiali dell'esercito.[1]
La laicité turca chiede la separazione tra religione e Stato, ma descrive anche la posizione dello Stato come una "neutralità attiva". Le azioni della Turchia legate alla religione vengono attentamente analizzate e valutate attraverso il Direttorato degli Affari religiosi (Diyanet İşleri Başkanlığı o semplicemente Diyanet).[2] I compiti della Presidenza degli affari religiosi sono quelli di "eseguire le opere riguardanti le credenze, il culto e l'etica dell'Islam, illuminare il pubblico sulla loro religione e amministrare i luoghi di culto sacri".[3]