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racconto del 1948 scritto da Arthur C. Clarke Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La sentinella (The Sentinel) è un racconto fantascientifico dello scrittore britannico Arthur C. Clarke, scritto nel 1948 e pubblicato per la prima volta nel 1951 (col titolo Sentinel of Eternity).
La sentinella | |
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Titolo originale | The Sentinel |
Altri titoli | Sentinel of Eternity |
Autore | Arthur C. Clarke |
1ª ed. originale | 1951 |
1ª ed. italiana | 1967 |
Genere | racconto |
Sottogenere | fantascienza |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | 1996 del futuro |
Tra i primi racconti di Clarke, è probabilmente il più famoso soprattutto per essere stato l'embrione del romanzo 2001: Odissea nello spazio e del film omonimo (sviluppati contemporaneamente e usciti nel 1968); è considerato uno dei testi che più hanno ispirato il regista Stanley Kubrick nelle sue opere[1].
La sentinella fu scritto nel 1948 per un concorso della BBC (in cui non vinse) e venne pubblicato per la prima volta sulla rivista Ten Story Fantasy nel numero di primavera 1951, col titolo Sentinel of Eternity. Fu in seguito pubblicato all'interno delle antologie di racconti di Clarke Expedition to Earth (1953), The Nine Billion Names of God (1967) e The Lost Worlds of 2001 (1972). Malgrado il mancato riconoscimento iniziale, il racconto ebbe una influenza determinante nella carriera di Clarke.
Il racconto venne tradotto per la prima volta in italiano nel 1967, come parte del libro Odissea nello spazio.
Nel 1996, un anno del lontano futuro rispetto a quando fu scritto il racconto, l'umanità ha stabilito una presenza permanente sulla Luna e ne sta esplorando tutta la superficie. Durante una di queste missioni, all'interno del Mare Crisium, alcuni esploratori notano uno strano scintillio in lontananza. Recatisi a controllare, scoprono che è causato da una piramide di cristallo di natura chiaramente artificiale, protetta da uno scudo impenetrabile di energia.
Dopo circa vent'anni di inutili tentativi di accesso al misterioso manufatto, lo schermo viene finalmente infranto grazie a una esplosione nucleare, e la piramide si rivela essere frutto di una tecnologia avanzatissima; probabilmente si tratta un radiofaro lasciato sulla Luna da esploratori alieni milioni di anni prima, per segnalare loro se e quando sul pianeta sottostante, dove la vita era ancora agli albori, sarebbe nata una specie abbastanza evoluta da padroneggiare le due maggiori sfide che si presentano a una razza intelligente, il volo spaziale e l'energia atomica.
Spezzato lo scudo, il segnale che la piramide inviava nel cosmo si è interrotto: all'umanità non resta che scrutare il cielo in attesa dell'arrivo dei suoi costruttori, se ancora esistono, e tormentarsi nel dubbio se quella razza aliena, vecchia di milioni di anni e molto più antica dell'umanità, si presenterà ai terrestri ancora "infante" e verrà in pace oppure avrà ben altre, bellicose intenzioni, in quanto "i vecchi sono spesso insensatamente gelosi dei giovani".
(parziale)
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