LaCapaGira
film del 1999 diretto da Alessandro Piva Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
film del 1999 diretto da Alessandro Piva Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
LaCapaGira (La cap'aggíre in barese) è un film del 1999, diretto da Alessandro Piva, all'esordio nella regia. Grazie a questa sua opera prima, presentata al Festival di Berlino, Piva è stato premiato come miglior regista esordiente dell'anno da entrambi i maggiori riconoscimenti cinematografici italiani, David di Donatello e Nastri d'argento.
LaCapaGira | |
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Minuicchio e Pasquale in una scena del film | |
Lingua originale | barese, italiano, albanese |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1999 |
Durata | 70 min |
Genere | commedia, grottesco |
Regia | Alessandro Piva |
Soggetto | Andrea Piva |
Sceneggiatura | Andrea Piva |
Produttore | Alessandro Piva e Umberto Massa |
Fotografia | Gianenrico Bianchi |
Montaggio | Thomas Woschitz e Alessandro Piva |
Musiche | Ivan Iusco |
Scenografia | Maria Teresa Padula |
Interpreti e personaggi | |
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A Bari, un gruppo di piccoli criminali è dedito al contrabbando di droga e sigarette e alla gestione di una sala di video poker (allora) illegali. Viene smarrito un carico di cocaina proveniente dall'Albania in occasione di uno sbarco di clandestini e Nino Carrarmato, il boss della banda, incarica della ricerca Minuicchio e Pasquale. Dopo il ritrovamento, i due provvedono anche alla preparazione delle dosi e a recapitarle al bar gestito, per conto dello stesso Carrarmato, da Sabino e Pinuccio.
Durante le riprese si possono notare alcuni luoghi tipici della città pugliese: il lungomare, Corso Vittorio Emanuele, Corso Sonnino, i quartieri formati dall'edilizia popolare, San Giorgio con allo sfondo i palazzi di Punta Perotti successivamente abbattuti per le note vicende ambientali, i vicoli di Bari Vecchia ed il sottopassaggio di Via Brigata Bari.[1]
Recitato con dialoghi in dialetto barese stretto, che hanno reso necessari i sottotitoli anche per la distribuzione nelle sale italiane, il film può certamente considerarsi un valido affresco del sottobosco criminale di Bari, in quanto sono rappresentati modi di fare e modalità comportamentali caratterizzanti la malavita locale, ma in particolare il "suburbano" delle periferie. Nei dialoghi sono presenti molti modi di dire tipici baresi.
Il 30 Agosto 2020 nell'occasione della chiusura dell'undicesimo Bif&st, è stata presentata la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna.