Koinè giudaica greca
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La Koinè giudaica greca (o giudaismo ellenistico) è una variante linguistica della lingua greca comune (koinè) parlata al tempo di Alessandro Magno e dell'ellenismo, che in sostanza coincideva con il dialetto attico.
Questa variante fu diffusa da ebrei di lingua greca al tempo della diaspora e risente in parte della loro lingua madre.
Storia della lingua greca (vedi anche: Lineare B, alfabeto greco) |
Substrato preellenico
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Proto-greco
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Miceneo (1600–1100 a.C. circa)
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Lingua omerica Greco antico (800–330 a.C. circa) dialetti: eolico, arcado-cipriota, attico-ionico, dorico, nord-occidentale (acheo, eleo), locrese, panfilio, siceliota |
Koinè greca (330 a.C.–330 circa) varianti: greco giudaico |
Greco bizantino (330–1453)
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Greco moderno (dal 1453) questione della lingua greca (demotico e katharévousa) dialetti del demotico: cappadocico, cretese, cipriota, greco di Cargese, ievanico, italiota (grecanico, grico), pontico, zaconico, greco mariupolitano
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Tale variante linguistica è stata attribuita ad un certo numero di testi composti in dialetto alessandrino: principalmente la prima traduzione della Bibbia in greco ellenistico (la Septuaginta) e la relativa letteratura, ma anche ad alcuni testi ebraico-greci provenienti dalla Palestina. Anche se è chiamato greco biblico o greco della Septuaginta, in realtà non coincidette con una singola opera o con la letteratura ad essa collegata, ma ha caratterizzato un insieme di autori e un corpo di scritti non ancora cristiani, come furono le opere del filosofo Filone Alessandrino.
È quindi opportuno intendere la koinè giudaica come un fatto religioso e letterario, piuttosto che come un mero fenomeno linguistico[1].