Khurramiyya
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I seguaci della Khurramiyya (in arabo خُرَّمِيَة?), ossia i Khurramiti (in persiano خرمدینان, Khorrām-Dīnān, ossia i "seguaci della «religione gioiosa»"), furono devoti di una religione persiana, fiorita dopo la conquista araba della Persia.[1][2]
L'Azerbaigian - regione in cui forte era la presenza zoroastriana - fu la scena in cui si manifestarono frequenti rivolte anti-arabe e anti-islamiche del corso dell'VIII e del IX secolo, tanto che fonti bizantine ricordano che numerosi guerrieri persiani, verso l'830 richiesero ospitalità all'Imperatore bizantino, accettando di entrare al servizio di Teofilo di Bisanzio. [...] I Khurramiti erano una setta persiana, influenzata dall'ancora embrionale sciismo, ma anche da sentimenti che affondavano le loro radici nel passato preislamico, ricco di glorie, della Persia.[3] Un nome alternativo per indicare il movimento è Muḥammira (in arabo محمرة?, "Quelli delle vesti rosse" in persiano سرخجامگان, Surkh-Jāmagān), in riferimento al loro simbolico abbigliamento di color rosso.