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tradizionale marionetta/automa giapponese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il karakuri (in giapponese からくり? lett. "meccanismi/trucco") è una marionetta o automa prodotto in Giappone tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo. Ne esistono tre tipologie:[1]
La parola "karakuri" in giapponese è usata anche per indicare un robot. In lingua indonesiana, la parola "karakuri" (derivata dal giapponese) significa genericamente "meccanismo".
Karakuri deriva forse dal verbo karakuru, che indica l'atto di tirare e muovere un filo.[2]
Nel Nihon shoki, è menzionato un antecedente dei karakuri, ovvero un carro che punta a sud del 658 a.C., quando regnava l'imperatrice Kōgyoku.[3]
I primi karakuri vennero sviluppati all'inizio del XVII secolo, durante il periodo Sengoku, dopo che si iniziarono a diffondere in Giappone i primi meccanismi a orologeria europei.[4] I karakuri ebbero particolarmente successo durante il periodo Edo, considerato l'età d'oro di tali manufatti.[4] Dapprima noti ai borghesi più ricchi, come ad esempio i kuge e i daimyo, le marionette meccaniche giapponesi guadagnarono sempre più popolarità, diventando i protagonisti di festival come il Toshogu Matsuri di Nagoya.[5] Il primo karakuri finalizzato agli spettacoli teatrali (butai karakuri) venne ideato dall'orologiaio Takeda Omi nel 1662.[4]
Tanaka Hisashige, che fondò la Toshiba nel 1875, fu anch'egli un costruttore di karakuri. Tra i suoi modelli particolarmente sofisticati ve ne era uno capace di lanciare frecce e un altro in grado di scrivere.[6]
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