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politico statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
John Marshall Slaton (Greenville, 25 dicembre 1866 – Atlanta, 11 gennaio 1955) è stato un politico statunitense.
John M. Slaton | |
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60º Governatore della Georgia | |
Durata mandato | 16 novembre 1911 – 25 gennaio 1912 |
Predecessore | Hoke Smith |
Successore | Joseph M. Brown |
Durata mandato | 28 giugno 1913 – 26 giugno 1915 |
Predecessore | Joseph M. Brown |
Successore | Nathaniel E. Harris |
Dati generali | |
Partito politico | Democratico |
Titolo di studio | Laurea in Legge |
Università | Università della Georgia |
Professione | Avvocato |
Nativo della Georgia, divenne avvocato.[1][2] Dagli ultimi anni del XIX secolo entrò in politica, venendo più volte eletto all'Assemblea statale e divenendo presidente del senato georgiano tra il 1909 e il 1913.[1][2]
Proprio in questa veste nel 1911, alle dimissioni del governatore Hoke Smith, Slaton gli succedette e indisse nuove elezioni per terminarne il mandato.[2] Rimasto in carica appena due mesi, Slaton rimase presidente del senato per un altro anno, correndo poi per la carica di governatore e venendo infine eletto nel 1913.[1][2] Durante il suo secondo mandato da governatore della Georgia si occupò di mantenere stabili le finanze statali.[1]
Tuttavia è maggiormente ricordato per l'inefficace gestione dell'omicidio di Mary Phagan, uno dei casi giudiziari più controversi della storia della Georgia.[1][2] Il processo contro il suo supposto assassino, Leo Frank, evidenziò palesi vizi nella conduzione dell'inchiesta, e nonostante avesse ricevuto la pena di morte il giudice raccomandò al governatore di commutarla nel carcere a vita. Slaton, personalmente convinto dell'innocenza di Frank o quantomeno dell'inaffidabilità degli investigatori, accettò la richiesta, e ciò scatenò la reazione inferocita dell'opinione pubblica georgiana, che assediò per settimane il governatore fuori dalla sua residenza.[1][2] Il caso, avvenuto in prossimità della fine del mandato di Slaton nel 1915, gli pregiudicò a tutti gli effetti la rielezione. Poco dopo una folla inferocita prelevò Frank dal carcere e lo linciò,[2] e Slaton, temendo per la propria vita, fuggì temporaneamente dallo Stato.[1]
Rientrato in Georgia, gli strascichi del caso Phagan lo afflissero per il resto della vita, impedendogli di rientrare in politica.[1] Continuò ad esercitare il mestiere di avvocato, morendo ad Atlanta nel 1955.[1] Slaton, nonostante non fosse riuscito a salvare Frank, venne ricordato tra gli altri da John Fitzgerald Kennedy per la sua integrità.[2]
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