Jesus Seminar
gruppo di studiosi / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il Jesus Seminar, attivo negli anni Ottanta e Novanta, era formato da un gruppo di 150-200 studiosi[1] e laici con differenti titoli di studio esperti nell'ambito degli studi biblici, della scienza delle religioni o in campi collegati e altri autori di pubblicazioni di rilievo nell'ambito della religione.
Il seminario fu fondato nel 1985 da Robert Funk e John Dominic Crossan, con la collaborazione del Westar Institute[2].
Tra i gruppi maggiormente attivi nell'ambito della critica biblica[3], il Jesus Seminar adotta votazioni con palline colorate per decidere la visione collettiva sulla storicità di Gesù, in particolare riguardo a ciò che può o non può aver detto e fatto in quanto figura storica.[4] Il seminario ha anche lo scopo di rendere popolare la ricerca del Gesù storico; il pubblico è invitato a partecipare ai due incontri annuali. Il Jesus Seminar ha prodotto nuove traduzioni del Nuovo Testamento e dei Vangeli apocrifi da utilizzare come fonti testuali.[5] I risultati del seminario sono stati pubblicati in tre rapporti, The Five Gospels (1993),[6] The Acts of Jesus (1998),[7] and The Gospel of Jesus (1999).[8] Il gruppo tiene anche diverse lezioni in varie città statunitensi.
La ricostruzione del Gesù storico fatta dal Jesus Seminar, lo presenta come un saggio ebreo ellenistico itinerante che non morì in remissione dei peccati né risorse dai morti, ma predicò un "vangelo sociale" per parabole e aforismi. Da iconoclasta, Gesù ruppe con i dogmi teologici consolidati e con le convenzioni sociali della società giudaica sia attraverso i suoi insegnamenti che attraverso le sue azioni, spesso rovesciando il senso comune e confondendo le attese dei suoi ascoltatori: predicò di un "regno imperiale dei Cieli" (tradizionalmente tradotto come "Regno dei Cieli") affermando che fosse già venuto ma non fosse stato visto; raffigurò Dio come un padre amoroso; fraternizzò con i perdenti della società, criticando i ricchi e i potenti.
Il seminario considera i vangeli come artefatti storici, rappresentanti non solo le vere parole e azioni di Gesù, ma anche le elaborazioni e invenzioni delle prime comunità cristiane e degli autori dei vangeli, richiedendo l'onere della prova a chi sostiene la storicità di un certo brano. Non tenendo in considerazione vincoli di canonicità, i membri del seminario sostengono che il Vangelo di Tommaso potrebbe contenere più materiale originale del Vangelo secondo Giovanni.[9]
Sebbene l'analisi dei vangeli come creazioni umane e quindi fallibili sia un normale standard storico-critico[10], la premessa del seminario che Gesù non sostenne alcuna visione del mondo apocalittica è controversa. Invece di fargli rivelare una escatologia apocalittica che insegnasse ai suoi discepoli a prepararsi per l'arrivo del "Regno dei Cieli", i membri del seminario sostengono che le parole di Gesù autentiche indicano che egli predicò una escatologia sapienziale, che incoraggiava tutti i figli di Dio a fare tikkun olam, a "riparare il mondo".[11][12]