Jansky
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Il jansky (simbolo Jy) è una unità di misura del flusso e della densità di flusso elettromagnetico, non appartenente al Sistema Internazionale, usata comunemente in radioastronomia. Un jansky vale 10−26 watt per metro quadro per hertz e prende il nome dal fisico statunitense Karl Guthe Jansky che scoprì le onde radio di origine galattica nel 1930.
La densità di flusso o flusso monocromatico di una sorgente è l'integrale della radianza sull'angolo solido della sorgente:
Il jansky, rispetto agli altri sistemi di misura standard, viene definito come
- (rispetto al SI)
- (rispetto al sistema CGS)
La densità di flusso espressa in jansky può essere convertita in magnitudine facendo le opportune ipotesi sullo spettro della sorgente. Per esempio, la conversione di una magnitudine AB in una densità di flusso espressa in μJy è lineare:[1]
Poiché il jansky è ottenuto integrando il flusso sull'intero angolo solido, è molto semplice usarlo per descrivere le sorgenti puntiformi. Ad esempio i flussi delle sorgenti radio contenute nel Terzo catalogo di radiosorgenti di Cambridge (3C) sono espressi in jansky.
La brillanza superficiale di sorgenti estese è spesso espressa in jansky per unità di angolo solido anche a frequenze diverse da quelle radio; per esempio le mappe ottenute dal satellite IRAS nel lontano infrarosso sono espresse in MJy/sr. Mentre i flussi delle sorgenti estese possono essere espressi con queste unità di misura praticamente a tutte le lunghezze d'onda, nelle mappe del cielo ottenute alle frequenze radio i loro flussi sono tradizionalmente espressi in termini di temperatura di brillanza.[2] Ad esempio la mappatura di tutto il cielo nel continuo radio alla frequenza di 408 MHz ottenuta da Haslam con l'ausilio di vari radiotelescopi è riportata in termini di temperatura di brillanza espressa in kelvin.[3]