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distanza tra due suoni Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nella teoria musicale, l'intervallo è la quantità in toni e/o semitoni tra due note musicali (misurata come "salto" tra i gradi della scala in uso), o anche la differenza in altezza tra i due suoni (misurato come rapporto tra le due frequenze d'onda).[1] Si parlerà di intervallo melodico, diacronico o di salto, tra le due note (o suoni) prodotte consecutivamente (una dopo l'altra), oppure di intervallo armonico, sincronico o bicordo (es: power chord ), tra le due note (o suoni) prodotte simultaneamente (insieme):
Gli intervalli tipici della tradizione musicale europea, definiscono le distanze fra le note di una scala musicale, in gruppi di toni e/o semitoni, dove gli intervalli più piccoli possono avere come unità di misura il comma o il cent.[2] L'unisono non è propriamente un intervallo.[1] Inoltre, è da notare che l'intervallo musicale è una classificazione teorica delle distanze musicali (tra le note) e non delle distanze acustiche che separano un suono dall'altro; per tale motivo, l'intervallo non rientra nel campo dell'accordatura e del temperamento. E a causa della fisiologia della percezione del suono, l'intervallo musicale non è percepito proporzionalmente alla differenza tra le frequenze dei due suoni, ma come differenza tra i loro logaritmi, cioè come rapporto tra le due frequenze.
Chiamando, per necessità di chiarezza, il suono più grave 1º termine e il suono più acuto 2º termine, per calcolare un intervallo evitando confusioni, è necessario stabilire la "distanza" e la "specie".
La distanza identifica quanti gradi intercorrono tra i due termini contando anche i due in questione, attraverso un aggettivo numerale ordinale al genere femminile (ad esempio: Do3-Re3 = intervallo di seconda o di 2ª; Do4-Mi4 = intervallo di terza o di 3ª); gli intervalli che vanno da quello di prima a quello di ottava vengono detti primari o semplici; quelli superiori all'ottava vengono detti multipli o composti dei precedenti, vale a dire che essi sono considerati trasposizioni degli intervalli primari alle ottave superiori (ad es.: l'intervallo di 10ª è il multiplo di quello di 3ª). Solitamente nella classificazione gli intervalli multipli vengono ricondotti ai loro corrispettivi primari, tranne in casi particolari riguardanti lo studio dell'armonia.
La specie è la caratteristica di un intervallo, determinata dalla sua composizione in toni e semitoni. Essa viene determinata come segue:
Segue una tavola degli intervalli maggiormente usati. Per scelta e per limitare l'esempio, il primo termine non viene mai modificato. Questo comporta che si possono ottenere solo intervalli da più che diminuito a più che aumentato.[senza fonte]
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