Il genio della perversione
racconto scritto da Edgar Allan Poe / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il genio della perversione (The Imp of the Perverse) è un racconto scritto in forma saggistica da Edgar Allan Poe e pubblicato nel 1845. Si discute dei vari impulsi autodistruttivi che possono giungere ad impossessarsi degli esseri umani, incarnati tutti come metafora simbolica del cosiddetto "genio della perversione": il narratore descrive questo spirito come l'agente che tenta di far fare ad una persona qualcosa "semplicemente perché pensiamo che non dovremmo farla".
Il genio della perversione | |
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Titolo originale | The Imp of the Perverse |
Illustrazione del 1935, di Arthur Rackham | |
Autore | Edgar Allan Poe |
1ª ed. originale | 1845 |
Genere | racconto |
Sottogenere | horror psicologico |
Lingua originale | inglese |
La teoria del genio della perversione elaborata da Poe può essere vista come una anticipazione dei concetti di subconscio e repressione che sarebbero stati teorizzati successivamente da Sigmund Freud.[1]
Molti dei personaggi di Poe mostrano l’incapacità di resistere al genio della perversione, tra cui l’assassino ne “Il gatto nero”[1] e il narratore de “Il cuore rivelatore”.[2]
L’impulso opposto al genio della perversione è rappresentato dal personaggio di C. August Dupin che manifesta raziocinio e profonda analisi.[3] Uno dei primi esempi del genio della perversione si trova nel romanzo Storia di Arthur Gordon Pym. In una scena, il protagonista del romanzo è sopraffatto dal desiderio travolgente di lasciarsi cadere da un ripido dirupo.[4]