ITER
Progetto di realizzazione di un reattore a fusione nucleare / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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ITER (acronimo di International Thermonuclear Experimental Reactor, inteso anche nel significato originale latino di "percorso" o "cammino") è un progetto internazionale che si propone di realizzare un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale, in grado di produrre un plasma di fusione con più potenza rispetto alla potenza elettrica richiesta a tutto l'impianto per riscaldare il plasma stesso. Il reattore è progettato per essere equivalente a un reattore di potenza zero (netto)[1]. Nello specifico, ITER è un reattore deuterio-trizio in cui il confinamento del plasma è ottenuto in un campo magnetico all'interno di una macchina denominata tokamak.
ITER | |
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International Thermonuclear Experimental Reactor | |
35 paesi partecipanti | |
Abbreviazione | ITER |
Fondazione | 24 Ottobre 2007 |
Sede centrale | Saint-Paul-lès-Durance |
Direttore | Pietro Barabaschi |
Motto | The way to new energy |
Sito web | |
La costruzione è in corso a Cadarache, nel Sud della Francia, ad opera di un consorzio internazionale composto da Unione europea, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti d'America, India, Corea del Sud.
L'Italia è coinvolta principalmente nella progettazione e costruzione del sistema di sospensione magnetica, tramite il Consorzio RFX del sistema di riscaldamento tramite iniezione di fascio neutro[2][3][4] e del condotto di scarico dell'elio. Circa il 60% dei contratti industriali per la costruzione di ITER sono stati aggiudicati da aziende italiane[5].
Inizialmente, il progetto prevedeva l'accensione del tokamak (la cosiddetta ignizione del primo plasma) per il 2019, a un costo complessivo di costruzione stimato di 10 miliardi di euro. Nel 2009 i costi di costruzione sono stati rivisti al rialzo a 15 miliardi di euro, con un costo operativo di circa 290 milioni di euro all'anno (al cambio del 2010) una volta che il tokamak sarebbe stato a regime[6][7].
In seguito, il 16 giugno 2016 il consiglio direttivo di ITER ha annunciato che la previsione iniziale per la data di ignizione del primo plasma doveva essere spostata in avanti di più di cinque anni, indicando il dicembre 2025 quale data più realistica[8]. Successivamente, il 17 novembre 2016 il consiglio direttivo ha annunciato che gli esperimenti di fusione deuterio-trizio veri e propri inizieranno solo a partire dal 2035[9]. Nel 2020 la data del 2025 per il primo plasma è stata ribadita dal consiglio direttivo nonostante le restizioni dovute al COVID-19 che hanno interessato il sito di costruzione e i vari fornitori dei componenti.[10].
Nel maggio 2022 il francese Bernard Bigot, direttore generale di ITER dal 2015, è venuto improvvisamente a mancare.[11] Nel settembre 2022 il consiglio direttivo di ITER ha nominato l'italiano Pietro Barabaschi nuovo direttore generale.[12]
Alla fine del 2022 sono state scoperte delle fessurazioni nelle saldature dei due settori della camera del Tokamak già calati e installati all'interno del complesso. Il consiglio direttivo di ITER ha dato disposizione per l'estrazione dei due settori danneggiati in modo che si possa procedere con la riparazione. Allo stesso tempo, tutti gli altri settori della camera ancora da posare saranno sottoposti a un controllo approfondito alla ricerca di saldature fessurate.[13]. L'impatto di queste attività è ancora in corso di valutazione (Novembre 2023) e sarà ufficializzato nel 2024[14]. ma si stima che tutto il completamento dell'impianto slitterà come minimo di diversi mesi.
La durata operativa utile dell'impianto è prevista in circa vent'anni. Senza considerare i ritardi provocati dal Covid, dalla sostituzione del direttore generale e dalla riparazione delle saldature fessurate nei componenti della camera del Tokamak si prevede che, già dal 2037, l'impianto inizierà la fase di disattivazione, della durata prevista di cinque anni[6].