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politico statunitense (1850-1924) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Henry Cabot Lodge (Boston, 12 maggio 1850 – Cambridge, 9 novembre 1924) è stato un politico statunitense. Lodge si laureò in storia presso l'Università di Harvard.
Henry Cabot Lodge | |
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Henry Cabot Lodge di John Singer Sargent, 1889 | |
Presidente pro tempore del Senato degli Stati Uniti | |
Durata mandato | 25 maggio 1912 – 30 maggio 1912 |
Predecessore | Augustus Octavius Bacon |
Successore | Augustus Octavius Bacon |
Capogruppo della maggioranza del Senato degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 4 marzo 1920 – 9 novembre 1924 |
Predecessore | Carica creata |
Successore | Charles Curtis |
Presidente della Commissione del Senato degli Stati Uniti per le relazioni estere | |
Durata mandato | 4 marzo 1919 – 9 novembre 1924 |
Predecessore | Gilbert Hitchcock |
Successore | William Borah |
Senatore del Massachusetts | |
Durata mandato | 4 marzo 1893 – 9 novembre 1924 |
Predecessore | Henry L. Dawes |
Successore | William M. Butler |
Membro della Camera dei rappresentanti dal 6º distretto del Massachusetts | |
Durata mandato | 4 marzo 1887 – 3 marzo 1893 |
Predecessore | Henry B. Lovering |
Successore | William Cogswell |
Chairperson del Partito Repubblicano del Massachusetts | |
Durata mandato | 1883 – 1884 |
Predecessore | Charles A. Stott |
Successore | Edward Avery |
Membro della Camera dei rappresentanti del Massachusetts | |
Durata mandato | 1880 – 1882 |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Repubblicano |
Professione | storico |
Firma |
Amico da lunga data di Theodore Roosevelt, ebbe un ruolo (ma non il titolo ufficiale) di primo capogruppo della maggioranza del senato statunitense. È più conosciuto per le sue posizioni in merito alla politica estera, specialmente per la sua battaglia contro il presidente Woodrow Wilson nel 1919 in merito all'adesione degli Stati Uniti al Trattato di Versailles del 1919. Lodge chiese il controllo da parte del Congresso per le dichiarazioni di guerra, Wilson rifiutò e bloccò il tentativo di Lodge di ratificare il trattato con riserve. Il risultato di tutto ciò fu che gli USA non fecero mai parte della Società delle Nazioni.
Lodge nacque a Beverly nel Massachusetts. Suo padre era John Ellerton Lodge, sua madre Anna Cabot (pronipote del mercante George Cabot). Crebbe a Beacon Hill (Boston) e passò la usa infanzia a Nahant (Massachusetts) dove fu testimone del rapimento del compagno di classe C. Allen Thorndike Rice (1851–1889) e per il quale diede la testimonianza chiave che portò all'arresto dei rapitori. Era anche cugino del polimata Charles Sanders Peirce.
Dopo aver viaggiato per l'Europa, Lodge ritornò ad Harvard e nel 1876 divenne uno dei primi laureati con il titolo di Ph.D. in storia e governo ad Harvard.[1] La sua tesi trattava delle origini germaniche del diritto anglo-sassone. Il suo insegnante e mentore durante gli studi universitari fu Henry Adams, con il quale Lodge mantenne l'amicizia per tutta la vita.[2] Lodge fu eletto lettore dell'American Academy of Arts and Sciences nel 1878.[3] Nel 1881, fu eletto membro dell'American Antiquarian Society.[4]
Dal 1880 al 1882, Lodge fu membro della Camera dei rappresentanti del Massachusetts. Lodge rappresentò il suo stato alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti dal 1887 al 1893 e al Senato dal 1893 al 1924. Come il suo caro amico Theodore Roosevelt, Lodge era vicino alla fazione Mugwump del Partito Repubblicano. Ciò non di meno sostenne con riluttanza sia James Blaine che il protezionismo nelle elezioni del 1884. Blaine perse per poca differenza dal vincitore.[5] Lodge fu un fedele sostenitore del sistema aureo, opponendosi fieramente ai Popolisti e ai sostenitori del sistema monetario basato sull'argento come unità di misura, che erano guidati dal populista democratico William Jennings Bryan nel 1896.
Lodge fu rieletto con facilità più volte ma la sua più grande sfida ebbe luogo nella tornata elettorale del 1911. I democratici avevano ottenuto significativi incrementi di votanti nel Massachusetts e i repubblicani erano divisi tra le ali progressista e conservatrice, con Lodge che cercava di ammorbidire entrambe le parti. In un importante discorso prima del voto per la legislatura, Lodge si vantò del suo disinteressato servizio per lo stato. Egli pose l'accento sul fatto di non essere mai stato implicato in fatti corruttivi o di interesse personale. Raramente egli partecipava a campagne elettorali per sé stesso, ma ora dovette farlo, spiegando i suoi importanti ruoli nelle riforma dei servizi civili, nel mantenere il sistema aureo, nell'espandere la Marina, nello sviluppo di politiche per le Filippine e nel cercare di limitare l'immigrazione di persone illetterate dall'Europa, come anche il suo sostegno per alcune riforme progressiste. Soprattutto egli si appellò alla lealtà verso il partito. Lodge fu rieletto con cinque voti.[6]
Lodge fu molto vicino a Theodore Roosevelt durante le carriere di entrambi. Comunque Lodge era troppo conservatore per accettare gli attacchi di Roosevelt al sistema giudiziario nel 1910, e alle sue richieste di iniziative, referendum e richiamo. Lodge non si pronunciò quando Roosevelt ruppe con l partito e corse come terzo candidato nel 1912. Lodge votò per Taft invece che per Roosevelt; quando Woodrow Wilson vinse le elezioni l'amicizia Lodge-Roosevelt riprese.[7]
Nel 1890, Lodge fu co-autore della legge sulle elezioni federali, insieme al senatore George Frisbie Hoar, che garantì la protezione federale per gli Afroamericani che votavano per i diritti. Sebbene la legislazione proposta fosse sostenuta dal Presidente Benjamin Harrison, la legge fu bloccata dall'ostruzionismo dei Democratici in Senato.[8] Nel 1891, egli divenne membro dell'associazione del Massachusetts dei Figli della Rivoluzione americana. Gli fu assegnato il numero d'iscrizione 4901. Nello stesso anno, a seguito del linciaggio di undici Italiani Americani a New Orleans, Lodge pubblicò un articolo che biasimava le vittime e proponeva nuove restrizioni sull'immigrazione italiana.[9][10]
Lodge fu uno strenuo sostenitore dell'intervento a Cuba nel 1898, dicendo che era responsabilità morale per gli Stati Uniti intervenire:
«Of the sympathies of the American people, generous, liberty-loving, I have no question. They are with the Cubans in their struggle for freedom. I believe our people would welcome any action on the part of the United States to put an end to the terrible state of things existing there. We can stop it. We can stop it peacefully. We can stop it, in my judgment, by pursuing a proper diplomacy and offering our good offices. Let it once be understood that we mean to stop the horrible state of things in Cuba and it will be stopped. The great power of the United States, if it is once invoked and uplifted, is capable of greater things than that.»
«Io non ho questioni sulle simpatie del popolo americano, generoso, amante della libertà. Esso è con i Cubani nella loro battaglia per la libertà. Io credo che il nostro popolo vedrebbe con favore qualsiasi azione da parte degli Stati Uniti che ponga fine al terribile stato di cose che esiste colà. Noi possiamo fermarlo. Noi possiamo farlo pacificamente. Noi possiamo fermarlo, secondo me, perseguendo un'opportuna diplomazia e offrendo i nostri buoni uffici. Facciamo che sia compreso che noi vogliamo mettere fine all'orribile stato di cose a Cuba ed esso terminerà. Il grande potere degli Stati Uniti, se viene una volta invocato e sollevato, è capace di cose più grandi di questa»
A seguito della vittoria americana nella guerra ispano-americana, Lodge venne a rappresentare la fazione imperialista del Senato, quelli che chiedevano l'annessione delle Filippine. Lodge sosteneva che gli Stati Uniti avevano bisogno di una forte Marina militare e di un maggior coinvolgimento negli affari internazionali.
Lodge fu un sostenitore delle restrizioni all'immigrazione, per vari motivi. Nel tardo XIX secolo e ai primi del XX un gran numero di immigrati, prevalentemente dall'Eiuropa dell'est e del sud, affluivano ai centri industriali americani, dove la povertà dei loro paesi di origine veniva perpetuata e le percentuali dei crimini crescevano. Molti dei nuovi venuti non erano solamente poveri, ma privi di un mestiere, illetterati e incapaci di parlare un inglese comprensibile. Lodge temeva che lavoratori stranieri privi di specializzazione abbassassero il livello di vita degli operai americani e che un afflusso di immigranti ignoranti avrebbe provocato conflitti sociali e il declino nazionale.
La sua posizione era anche influenzata dalle sue convinzioni sulle razze. In un articolo del maggio 1891 sull'immigrazione italiana Lodge espresse il suo pensiero sull'immigrazione: "...le razze che hanno popolato gli Stati Uniti" erano in declino poiché "l'immigrazione di gente diversa da noi per sangue e razza" stava crescendo.[11] Egli considerava gli italiani del Nord Italia superiori a quelli dell'Italia del sud, poiché erano più "teutonici" della loro controparte meridionale, la cui immigrazione egli riteneva dovesse essere contenuta.[12][13]
Lodge era un sostenitore del "100% Americanismo," un tema diffuso nel movimento dei nativi locali in quel periodo. Indirizzandosi alla Società della Nuova Inghilterra di Brooklyn nel 1888, Lodge sosteneva:
«Let every man honor and love the land of his birth and the race from which he springs and keep their memory green. It is a pious and honorable duty. But let us have done with British-Americans and Irish-Americans and German-Americans, and so on, and all be Americans...If a man is going to be an American at all let him be so without any qualifying adjectives; and if he is going to be something else, let him drop the word American from his personal description.»
«Facciamo in modo che ogni uomo onori e ami la terra dei suoi natali e la razza da cui proviene e ne tenga desta la memoria. È un pio e onorevole dovere. Ma facciamo che lo sia per i Britannici-americani e gli Irlandesi-americani e i Tedeschi-americani, e così via, e tutti siano Americani... Se una persona sta per diventare un americano del tutto facciamo in modo che sia così per lui senza aggettivi qualificanti; e se questi sta diventando qualcosa di altro lasciamo cadere la parola Americano dalla sua personale descrizione.»
Egli comunque non credeva che tutte le razze fossero ugualmente in grado di essere assimilate. In The Great Peril of Unrestricted Immigration egli scrisse che "...voi potete prendere un Indù e dargli la migliore formazione che si può trovare al mondo...ma voi non ne potete un Inglese" e mise in guardia contro la mescolanza di razze "più elevate" e "più basse":
«On the moral qualities of the English-speaking race, therefore, rest our history, our victories, and all our future. There is only one way in which you can lower those qualities or weaken those characteristics, and that is by breeding them out. If a lower race mixes with a higher in sufficient numbers, history teaches us that the lower race will prevail.»
«Sulle qualità morali della razza anglofona quindi, si basi la nostra storia, le nostre vittorie e tutto il nostro futuro. C'è un solo modo in cui si possono abbassare queste qualità o indebolire queste caratteristiche e cioè allevarli lontano. Se una razza inferiore si mescola a una superiore in numero sufficientemente ampio, la storia ci insegna che prevale la razza inferiore.»
Come pubblica voce della Società per la restrizione dell'immigrazione, Lodge sostenne le prove di alfabetizzazione per gli immigranti in arrivo. Le prove sarebbero state progettate per escludere le persone di quelle razze che egli riteneva "troppo diverse dal corpo del popolo americano"[14] Egli propose che gli Stati Uniti chiudessero temporaneamente tutte le ulteriori immigrazioni, particolarmente le persone di basso livello d'istruzione o capacità, per assimilare più facilmente i milioni di loro che erano già entrati. Dal 1907 al 1911 egli fu membro della Commissione Dillingham, un comitato congiunto di Camera e Senato costituito per studiare la composizione dell'immigrazione del periodo e formulare raccomandazioni al Congresso basate su questo studio. Le raccomandazioni della commissione portarono alla formulazione della Legge sull'immigrazione del 1917.
Lodge fu un deciso sostenitore dell'entrata da parte degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale a fianco della Potenze alleate, attaccando il presidente Wilson per la scarsa preparazione militare e accusando i pacifisti di sabotare il patriottismo americano.
Dopo che gli Stati Uniti erano entrati in guerra, Lodge continuò ad attaccare Wilson come idealista privo di speranze, attaccando i suoi Quattordici punti come deboli e irrealistici. Egli affermò che la Germania avrebbe dovuto essere militarmente ed economicamente schiacciata e colpita da dure penalizzazioni in modo da non poter più essere una minaccia per la stabilità in Europa. Comunque, a parte le differenze politiche, anche prima della fine del primo mandato di Wilson e molto prima che gli Stati Uniti entrassero nella Grande Guerra, Lodge confidò a Teddy Roosevelt: "Io non mi sarei aspettato mai di odiare nessuno con l'odio che nutro per Wilson."[15]
Egli fu Presidente del Comitato del Senato degli Stati Uniti per le relazioni cion l'estero (1919–1924). Fu anche Presidente della Conferenza Repubblicana del Senato dal 1918 al 1924. Durante il suo periodo in carica egli e un altro potente senatore Albert J. Beveridge, spinsero per la realizzazione di una nuova Marina Militare.
L'apice della carriera in Senato di Lodge venne nel 1919, quando come leader non ufficiale della maggioranza in Senato, ebbe a che fare con il Trattato di Versailles. Egli volle l'associazione alla Società delle Nazioni con riserve. I democratici del Senato, seguendo le direttive di Wilson, respinsero la proposta di Lodge di entrare nella Società delle Nazioni con riserve.
I Repubblicani si opposero all'associazione alla Società delle Nazioni nei termini di Wilson, che non prevedevano riserve, poiché ciò avrebbe significato che gli Stati Uniti si sarebbero potuti trovare in guerra senza l'approvazione del Congresso. Alla fine gli Stati Uniti non entrarono mai nella Società della Nazioni.[16] Lodge ebbe ragione nel lungo termine, quando le sue riserve furono incorporate nelle Nazioni Unite nel 1945, cui fu conferito (come ad altre potenze mondiali) il diritto di veto.[17]
L'obiezione chiave di Lodge alla Società delle Nazioni fu l'articolo 10 della Convenzione. Esso imponeva a tutte le nazioni firmatarie di rinunciare a un'aggressione di ogni genere se questo veniva ordinato dalla Società. Lodge respinse un impegno aperto indipendentemente dalla rilevanza degli interessi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Egli insistette in modo particolare che il Congresso avrebbe dovuto approvare. Lodge era anche motivato da elementi politici; egli detestava il Presidente Wilson[18] ed era impaziente di trovare un argomento perché il Partito Repubblicano partecipasse alle elezioni presidenziali del 1920.
Il senatore Lodge argomentò per un ruolo americano di potenza negli affari mondiali:
«The United States is the world's best hope, but if you fetter her in the interests and quarrels of other nations, if you tangle her in the intrigues of Europe, you will destroy her powerful good, and endanger her very existence. Leave her to march freely through the centuries to come, as in the years that have gone. Strong, generous, and confident, she has nobly served mankind. Beware how you trifle with your marvelous inheritance; this great land of ordered liberty. For if we stumble and fall, freedom and civilization everywhere will go down in ruin.»
«Gli Stati Uniti sono la miglior speranza del mondo, ma se voi la incatenate agli interessi e alle dispute delle altre nazioni, se la implicate negli intrighi dell'Europa, voi ne distruggerete la buona potenza e metterete in pericolo proprio la sua esistenza. Lasciatela marciare liberamente attraverso i secoli per arrivare, come negli anni in cui è arrivata. Forte, generosa e fiduciosa, essa ha servito nobilmente il genere umano. Fate attenzione a come scherzate con la sua meravigliosa eredità; questo grande paese di ordine e libertà. Poiché se voi fate un passo falso e cadete, la libertà e la civiltà dappertutto andranno in rovina.»
Lodge fece appello al patriottismo dei cittadini americani obiettando a ciò che egli vedeva come un indebolimento della sovranità nazionale: "Io ho amato solo una bandiera e non posso condividere questa devozione e concedere affetto a una bandiera ibrida inventata per una Lega[19]".
Il Senato era diviso in una miriade di posizioni sulla questione del Trattato di Versailles.[20] Si dimostrò possibile realizzare una coalizione di maggioranza semplice ma non una di due terzi, necessaria all'approvazione del Trattato da parte del Senato.[21] Un gruppo di Democratici sostenne con forza il Trattato di Versailles. Un secondo gruppo di Democratici sostenne il Trattato ma seguì Wilson nell'opporsi a qualsiasi emendamento o riserva. Il gruppo più numeroso, guidato da Lodge, comprendeva la maggioranza dei Repubblicani. Essi volevano un trattato con riserve, specialmente sull'articolo X, che implicava il potere della Società delle Nazioni di dichiarare una guerra senza il voto del Congresso degli Stati Uniti. Infine un gruppo bi-partisan di 13 "irreconciliabili" si opponeva al trattato sotto qualsiasi forma. Il momento in cui il Trattato fu più vicino alla sua approvazione da parte del Senato si verificò verso la metà di Novembre 1919, quando Lodge e i suoi Repubblicani formarono una coalizione con i Democratici favorevoli al Trattato, e giunsero vicini alla maggioranza dei due terzi per l'approvazione del Trattato, con riserve, ma Wilson respinse il compromesso. Cooper e Bailey suggerirono che l'attacco ischemico subito da Wilson il 25 settembre 1919 avesse così alterata la sua personalità da renderlo effettivamente incapace di un negoziato con Lodge. Cooper dice che gli effetti psicologici dell'attacco ischemico erano profondi:
«Wilson's emotions were unbalanced, and his judgment was warped....Worse, his denial of illness and limitations was starting to border on delusion.»
«Le emozioni di Wilson erano sbilanciate e il suo giudizio era distorto...peggio, il suo negare la malattia e le limitazioni che implicava stava sfiorando il delirio»
Il Trattato di Versailles entrò in vigore ma gli Stati Uniti non lo sottoscrissero e fecero una pace separata con la Germania e con l'Impero Austro-ungarico. La Società delle Nazioni divenne operativa ma gli Stati Uniti non vi aderirono. Gli storici sono concordi sul fatto che la Società delle Nazioni era inefficace nel trattare gli eventi più importanti, ma dibattono sul fatto che l'eventuale adesione degli Stati Uniti avrebbe fatto molta differenza.[22] Nel 1945 la Società delle Nazioni fu rimpiazzata dalle Nazioni Unite, che assunsero molti dei compiti dei suoi compiti, procedure e funzioni di mantenimento della pace, sebbene il contenuto dell'Articolo 10 non fosse stato più riportato nel mandato ONU. Cioè l'ONU fu strutturato secondo i piani di Lodge, con gli Stati Uniti (e altre potenze) cui veniva attribuito un diritto di veto, che non esisteva nella precedente Società delle Nazioni. Henry Cabot Lodge, Jr., nipote in linea diretta di Lodge, fu Rappresentante permanente per gli Stati Uniti d'America alle Nazioni Unite dal 1953 al 1960.
Nel 1922 il Presidente Warren G. Harding nominò Lodge delegato alla Conferenza navale di Washington (Conferenza Internazionale sulla Limitazione degli Armamenti), condotta dal Segretario di Stato Charles Evans Hughes, e comprendente Elihu Root e Oscar Underwood. Questa fu la prima conferenza sul disarmo della storia ed aveva lo scopo di ottenere la pace attraverso la riduzione degli armamenti. Partecipata da nove nazioni, Giappone, Cina, Francia, Gran Bretagna, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Portogallo, la conferenza concluse tre trattati più importanti: Trattato delle quattro potenze, Trattato delle cinque potenze (più comunemente noto come Trattato navale di Washington) e Trattato delle nove potenze, più un certo numero di accordi minori.[23]
Lo storico George E. Mowry sostiene che:
«Henry Cabot Lodge was one of the best informed statesmen of his time, he was an excellent parliamentarian, and he brought to bear on foreign questions a mind that was at once razor sharp and devoid of much of the moral cant that was so typical of the age....[Yet] Lodge never made the contributions he should have made, largely because of Lodge the person. He was opportunistic, selfish, jealous, condescending, supercilious, and could never resist calling his opponent's spade a dirty shovel. Small wonder that except for Roosevelt and Root, most of his colleagues of both parties disliked him, and many distrusted him.»
«Henry Cabot Lodge fu uno dei meglio informati statisti del suo tempo, egli era un parlamentare eccellente e portò una mentalità nelle questioni estere che era subito un rasoio affilato e sprovvisto in gran parte di ipocrisia, che era così tipica nei suoi tempi... Lodge non portò mai i contributi che egli avrebbe dovuto apportare, in gran parte a causa della sua personalità. Egli era opportunistico, egoista, geloso, altezzoso, sdegnoso e non poteva mai resistere nel chiamare gli strumenti dell'avversario una sporca paletta. Poca meraviglia che, tranne Roosevelt e Root, gran parte dei suoi colleghi di entrambi i partiti lo detestassero e che molti non si fidassero di lui.»
Nel 1871 egli sposò Anna "Nannie" Cabot Mills Davis,[24] figlia dell'Ammiraglio Charles Henry Davis. La coppia ebbe tre figli:
Il 5 novembre 1924, Lodge subì un grave attacco ischemico mentre era ricoverato all'ospedale per un'operazione di rimozione di calcoli ai reni.[27] Morì quattro giorni dopo all'età di 74 anni.[28] La sua salma fu inumata nel Cimitero di Mount Auburn a Cambridge, nel Massachusetts.[29]
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