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militare iracheno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Samīr ʿAbd Muḥammad al-Khalīfāwī, detto Ḥajjī Bakr (in arabo حجي بكر?; Iraq, tra il 1958 e il 1964 – Tal Rifaat, gennaio 2014), è stato un militare iracheno, poi convertitosi alla lotta armata gihadista takfirista.
Samīr ʿAbd Muḥammad al-Khalīfāwī | |
---|---|
Nascita | tra il 1958 e il 1964 |
Morte | Tal Rifaat, gennaio 2014 |
Cause della morte | Ucciso in battaglia |
Religione | Islam |
Dati militari | |
Paese servito | Iraq Al Qaeda Da'esh |
Forza armata | Esercito iracheno Esercito di Al Qaeda Esercito di Da'esh |
Specialità | Intelligence Terrorista |
Grado | Colonnello |
Comandanti | Saddam Hussein Abu Bakr al-Baghdadi |
Guerre | Seconda guerra del Golfo Guerra civile siriana Guerra al terrorismo |
Campagne | Intervento militare contro lo Stato Islamico |
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Colonnello nell'Intelligence dell'Esercito iracheno all'epoca di Saddam Hussein, Samīr ʿAbd Muḥammad al-Khalīfāwī (Arabo سمير عبد محمد الخليفاوي, detto Ḥajjī Bakr) - a seguito dell'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati - è passato dopo il 2003 a combattere nelle milizie armate di al-Qāʿida, per raggiungere infine quelle di Da'esh.
Samīr ʿAbd Muḥammad al-Khalīfāwī, militare di carriera all'epoca di Saddam Hussein, fu colonnello di Stato Maggiore al momento dell'invasione dell'Iraq da parte statunitense nel 2003[1][2][3] e avrebbe servito per un certo periodo nella Base aerea di al-Taqaddum. Secondo il giornale tedesco Der Spiegel, era ufficiale dei Servizi segreti dell'esercito iracheno[1], cosa tuttavia contestata da Romain Caillet, ricercatore presso l'Institut français du Proche-Orient.[2]
Disoccupato a causa delle decisioni del governatore civile statunitense, Paul Bremer, dopo la disfatta dell'esercito iracheno, al-Khalīfāwī raggiunge il gruppo gihadista al-Jamāʿat al-Tawḥīd wa l-Jihād, guidato da Abu Mus'ab al-Zarqawi. Catturato nel 2006, trascorre due anni di prigionia a Camp Bucca e nella famigerata prigione di Abu Ghraib.[1][2][3]
Liberato, si unisce a Da'esh, andando a integrare il Consiglio Militare. Si reca quindi in Siria all'inizio della guerra civile siriana e partecipa alla fondazione del Fronte al-Nusra, che allora era il braccio armato clandestino di Da'esh in Iraq, fino alla sua separazione avvenuta nel 2013[3].
Hajji Bakr svolge un ruolo importante nell'infiltrazione in Siria di quello che diventerà il cosiddetto Stato Islamico, specialmente nell'istituzione di cellule di spie nelle città e nei villaggi siriani e nelle spedizioni omicide e di rapiti scatenate dai gihadisti[1][2][3][4].
Nel gennaio del 2014 è ucciso nella sua città natale, a nord di Aleppo, da uomini dell'Esercito Siriano Libero. Sua moglie viene sequestrata e farà parte del personale rimesso in libertà solo a settembre, in cambio della liberazione di due diplomatici turchi rapiti da Da'esh a Mosul.[1] · [2]
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