La guerra russo-livoniana (1480-1481) fu una guerra che coinvolse l'Ordine di Livonia e le forze congiunte del Granducato di Mosca e della Repubblica di Pskov per il predominio di quell'area geografica oggi identificabile grosso modo con il confine tra l'Estonia e la Russia.[1][2] Protagonisti di questo scontro furono Bernhard von der Borch,[3] Gran maestro dei cavalieri di Livonia e Ivan III, il quale incaricò Andrei Obolenski, Jaroslaw Obolenski e Wassili Schuiski di allestire un esercito alla volta della Confederazione. Lo scontro durò un paio d'anni con alterne fortune da una parte e dall'altra: il numero di perdite è incerto. Alla fine del 1481, i due belligeranti stipularono una tregua decennale: dal conflitto, i livoniani ne uscirono gravemente compromessi a livello politico ed economico (tanto che il Landmeister fu costretto a dimettersi due anni dopo, anche per altre questioni). I russi, invece, rafforzarono la propria egemonia nell'areale di Pskov.
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