Gruppo di lavoro (resistenza slovacca)
organizzazione ebraica clandestina operante in Slovacchia durante la seconda guerra mondiale / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Il Gruppo di lavoro (in slovacco: Pracovná Skupina)[1] fu un'organizzazione ebraica clandestina operante nella Slovacchia allineata all'Asse durante la seconda guerra mondiale. Guidata da Gisi Fleischmann e dal rabbino Weissmandl, l'organizzazione salvò gli ebrei dall'Olocausto raccogliendo e diffondendo le informazioni sull'Olocausto in Polonia, corrompendo e negoziando con i funzionari tedeschi e slovacchi, contrabbandando gli oggetti di valore degli ebrei deportati in Polonia.
Gruppo di lavoro | |
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Pracovná Skupina[1] Nebenregierung Working Group | |
Memoriale al Gruppo di lavoro a Bratislava[note 1] | |
Fondazione | 1941 |
Scioglimento | 28 settembre 1944 |
Scopo | Salvataggio degli ebrei europei, in particolare dei slovacchi, dall'Olocausto |
Sede centrale | Bratislava |
Nel 1940, Dieter Wisliceny, funzionario delle SS, costrinse la comunità ebraica slovacca a istituire lo Ústredňa Židov (ÚŽ) per attuare i decreti antiebraici. I membri di ÚŽ scontenti dei colleghi collaborazionisti iniziarono a incontrarsi nell'estate del 1941. Nel 1942, il Gruppo cercò di impedire la deportazione degli ebrei slovacchi corrompendo Wisliceny e altri funzionari slovacchi, facendo pressioni sulla Chiesa cattolica affinché intervenisse e incoraggiando gli ebrei a fuggire in Ungheria. Gli sforzi furono per lo più infruttuosi e due terzi degli ebrei slovacchi furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz e nei campi e ghetti nella riserva di Lublino. Inizialmente ignaro del piano nazista di uccidere tutti gli ebrei, il Gruppo inviò i soccorsi agli ebrei slovacchi imprigionati nei ghetti di Lublino e aiutò più di duemila ebrei polacchi a fuggire verso una relativa sicurezza in Ungheria durante l'operazione Reinhard, trasmise i rapporti degli omicidi sistematici ricevuti dai corrieri e dagli ebrei fuggiti alle organizzazioni ebraiche presenti in Svizzera e al Comitato di aiuto e soccorso a Budapest.
Dopo che i trasporti dalla Slovacchia furono interrotti nell'ottobre 1942, il Gruppo cercò di corrompere Heinrich Himmler attraverso Wisliency affinché fermasse la deportazione degli ebrei europei in Polonia prevista nel Piano Europa. Wisliceny chiese una tangente di 3 milioni di dollari, somma di gran lunga superiore alle capacità economiche del Gruppo, e interruppe i negoziati nel settembre 1943. Nell'aprile e nel maggio 1944, il Gruppo raccolse e diffuse il rapporto Vrba-Wetzler stilato da due evasi da Auschwitz con cui si documentò l'omicidio di centinaia di migliaia di ebrei. Stimolando la pressione diplomatica contro il governo ungherese, il rapporto fu un fattore importante nella decisione del reggente Miklós Horthy di fermare la deportazione degli ebrei ungheresi verso Auschwitz a luglio. Dopo la rivolta nazionale slovacca nell'autunno del 1944, i tedeschi invasero la Slovacchia e il Gruppo tentò di corrompere i tedeschi affinché risparmiassero gli ebrei slovacchi: il fallimento nell'avvertire apertamente gli ebrei di nascondersi è considerato il più grande errore commesso.
La maggior parte degli storici concorda sul fatto che le azioni del Gruppo abbiano avuto qualche effetto nell'arrestare le deportazioni dalla Slovacchia tra il 1942 e il 1944, sebbene sia ancora dibattuta l'importanza del loro ruolo e quale delle azioni debba essere accreditata.
I leader del Gruppo credettero che il fallimento del Piano Europa fosse dovuto all'indifferenza delle principali organizzazioni ebraiche e sebbene questo argomento abbia influenzato l'opinione pubblica e la storiografia ebraica ortodossa, la maggior parte degli storici sostiene che i nazisti non avrebbero permesso il salvataggio di un numero significativo di ebrei. Fu anche affermato che i negoziatori del Gruppo fossero dei collaborazionisti e che non si fosse riuscito ad avvertire gli ebrei dei pericoli che li attendevano, ma la maggior parte degli storici rifiuta questo punto di vista. Lo storico israeliano Yehuda Bauer considera i membri del Gruppo degli eroi imperfetti che meritano comunque un riconoscimento pubblico per i loro sforzi nel salvare gli ebrei.