Golfo di Mannar
braccio di mare tra l'India e lo Sri Lanka Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il golfo di Mannar si trova tra l'estrema punta meridionale dell'India e lo Sri Lanka, nel mar delle Laccadive (Oceano Indiano), la sua apertura al mare è rivolta ad ovest.
Golfo di Mannar | |
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Parte di | Mar delle Laccadive |
Stati | India Sri Lanka |
Coordinate | 8°24′51″N 78°59′22″E |
Dimensioni | |
Superficie | 10 500 km² |
Profondità massima | 1 335 m |
Idrografia | |
Isole | Maldive Sri Lanka |
Tecnicamente esso non è un vero e proprio golfo in quanto la sua parte più interna è collegata allo Stretto di Palk, tramite piccoli bracci di mare presenti nel Ponte di Adamo.
Con circa 3 600 specie di flora e fauna, il golfo di Mannar è visto come la più ricca risorsa biologica marina del mondo. Delle 3600 specie, 44 sono protette, 79 sono crostacei, 108 spugne, 260 molluschi, 441 pinnati, 147 alghe e 17 mangrovie.[1] Nel 1986 un gruppo di 21 isole e acque dei dintorni su un'area totale di 560 km² sono stati dichiarati Parco nazionale marino del Golfo di Mannar. Il parco e la sua zona circostante sono state definite nel 1989 Riserva della biosfera La Riserva della biosfera del golfo di Mannar copre un'area di 10 500 km² di oceano, isole e coste ed è la più ampia riserva di questo genere in India.
Gran parte di quest'area è vietata agli stranieri e l'accesso di imbarcazioni è soggetto a regole severe,[2] ma la popolazione locale continua la propria attività peschereccia poiché il 70% di loro dipende dalle risorse del litorale marino. Ci sono circa 125 villaggi di pescatori con 35 000 pescatori attivi e 25 000 subacquei cacciatori di cetrioli di mare nella zona, circa 5000 donne che raccolgono alghe.[3][4] Circa 106 000 tonnellate di pesce sono state pescate nel golfo nel 2006, in gran parte sardine indiane, ponyfish, sgombri, gamberi, calamari di Lesson, crostacei di profondità, granchi e razze.[5][6] La raccolta di alghe punta a specie di acque basse quali Gelidiella acerosa (marikozhundu passi), Gracilaria edulis (Agarophytes, Kanchi passi), Sargassum spp. (kattakorai), Turbinaria (Alginophyte, Pakoda passi) e Ulva lactuca. La raccolta viene effettuata tra ottobre e marzo. A causa delle restrizioni poste dal Parco nazionale, la produzione di alghe è scesa da 5800 tonnellate (peso a secco) nel 1978 a 3250 tonnellate nel 2003.[7]
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