Ghetto di Shanghai
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Il ghetto di Shanghai, formalmente conosciuto come il "Settore ristretto per i rifugiati apolidi", era un'area di circa due chilometri quadrati e mezzo (un miglio quadrato) nel distretto di Hongkou della Shanghai occupata dai Giapponesi, dove circa 20.000 rifugiati ebrei[1], fuggiti dalla Germania nazista, dall'Austria, dalla Cecoslovacchia, dall'Ungheria, dalla Romania, dalla Polonia e dalla Lituania, prima e durante la Seconda guerra mondiale, e stabilitisi in tutta Shanghai, furono trasferiti dal Proclama concernente la restrizione di residenza e attività dei rifugiati apolidi.
I rifugiati erano insediati nella parte più povera e affollata della città. Le famiglie ebraiche locali e gli enti di beneficenza ebraici americani li aiutarono a trovare riparo, cibo e vestiti.[1] Le autorità giapponesi aumentarono sempre di più le restrizioni, ma il ghetto non era circondato da mura ed i residenti cinesi locali, le cui condizioni di vita erano spesso altrettanto cattive, non se ne andarono.[2][3]