Gerty Theresa Cori
biochimica ceca / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Gerty Theresa Cori, nata Radnitz (Praga, 15 agosto 1896 – Cambridge, 26 ottobre 1957), è stata una biochimica ceca naturalizzata statunitense, prima donna a vincere il Premio Nobel per la medicina nel 1947, insieme al marito Carl Ferdinand Cori e al fisiologo argentino Bernardo Alberto Houssay, per le sue scoperte su come il glicogeno viene risintetizzato dall'organismo[1].
La maggior parte degli studi di Gerty vennero condotti insieme al marito, con cui gettò le basi per la comprensione dei meccanismi molecolari attraverso i quali le cellule assimilano il cibo e lo convertono in energia chimica o in riserva cellulare sotto forma di glicogeno. Per la prima volta riuscirono a dimostrare il modo in cui gli zuccheri vengono sfruttati dal muscolo come fonte energetica, con conseguente produzione di acido lattico. Questo metabolita successivamente viene trasportato dal sangue fino al fegato, dove viene riconvertito attraverso la gluconeogenesi a glucosio, il quale può venire immagazzinato come riserva o essere nuovamente condotto al muscolo per permetterne l'attività. Scoprirono così una via metabolica anaerobica alternativa: il cosiddetto ciclo di Cori.
Sebbene siano conosciuti soprattutto per l'omonimo ciclo, fecero numerose altre scoperte, altrettanto importanti. Furono pionieri nello studio dell'attività enzimatica e ormonale, ed i loro maggiori lavori contribuirono ad una migliore comprensione del diabete. All'epoca, infatti, si conosceva ben poco degli enzimi e i Cori riuscirono non solo ad identificarli ma anche ad isolarli, specialmente quelli responsabili della conversione degli zuccheri nella forma utilizzabile dai muscoli o nella forma di riserva. Inoltre Gerty diede inizio allo studio delle malattie ereditarie causate da difetti enzimatici.[2] I loro studi servirono a dimostrare a scienziati e fisici che la comprensione dei processi biochimici cellulari è estremamente importante non solo per la biologia, ma anche per la medicina stessa, cosa che nel contesto storico in cui si affermarono non era riconosciuta.[2]