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SS-Obersturmbannführer nel campo di Majdanek e di Dachau Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Friedrich Wilhelm Ruppert (Frankenthal, 2 febbraio 1905 – Landsberg am Lech, 28 maggio 1946) è stato un militare tedesco, SS-Obersturmbannführer impiegato nel campo di concentramento di Majdanek e primo capo della custodia protettiva nel campo di concentramento di Dachau.
Friedrich Wilhelm Ruppert | |
---|---|
Nascita | Frankenthal, 2 febbraio 1905 |
Morte | Landsberg am Lech, 28 maggio 1946 |
Dati militari | |
Paese servito | Germania nazista |
Forza armata | Schutzstaffel |
Unità | SS-Totenkopfverbände |
Grado | SS-Obersturmbannführer |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
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Fu responsabile delle esecuzioni degli agenti britannici SOE Noor Inayat Khan,[1] Madeleine Damerment, Eliane Plewman[2] e Yolande Beekman.
Nel 1933 si iscrisse al NSDAP (nº 414.280) e alle SS (nº 7.282).[3] Dall'11 aprile 1933, già sposato e padre di un bambino, entrò a far parte delle guardie del campo di concentramento di Dachau e lavorò come elettricista nel campo. Il 18 settembre 1942 fu trasferito nel campo di concentramento di Majdanek dove fu responsabile tecnico dell'amministrazione e testimone dell'Aktion Erntefest del novembre 1943, l'omicidio di massa di 43.000 ebrei.[4][5]
Dal maggio 1944, fu impiegato come direttore del campo di concentramento di Varsavia fino alla sua evacuazione[6] e ritornò al campo di Dachau. Dal 6 agosto 1944, ricoprì l'incarico di primo capo del campo sotto il comandante Eduard Weiter: con questo ruolo fu responsabile della "gestione" del campo, della sua organizzazione interna e della routine quotidiana con gli appelli e quindi delle condizioni di detenzione.
Il 23 aprile 1945 fu sostituito da Max Schobert, Ruppert fu assegnato alla marcia di evacuazione dei prigionieri dal campo di concentramento: la marcia attraversò Pasing, Wolfratshausen, Bad Tölz fino al Tegernsee e terminò il 30 aprile. Poco dopo, Ruppert fu arrestato dagli statunitensi.
Il 5 novembre 1945, Ruppert, insieme ad altri 39 imputati del campo di Dachau[7], furono processati davanti al tribunale militare statunitense nel processo di Dachau.[8]
In qualità di responsabile della custodia protettiva del campo nel 1944 e 1945, fu accusato dell'uso delle misure punitive e delle esecuzioni all'interno del campo: circa novanta prigionieri russi, accusati di essere "sabotatori" e "partigiani", furono uccisi e cremati a Dachau nel settembre 1944, e in questa occasione Ruppert sembra che abbia avuto un ruolo particolare nella supervisione.[4] Il tribunale ritenne comprovati anche i singoli atti di eccesso: Ruppert prese a calci i prigionieri e li picchiò con la frusta.[9] In sua difesa negò le accuse, sostenendo di non avere l'influenza necessaria nella sua posizione.[5]
Il 13 dicembre 1945, il tribunale militare dichiarò colpevoli tutti i 40 imputati, ne condannò a morte per impiccagione 36, tra cui lo stesso Ruppert. Fu giustiziato nella prigione di Landsberg il 28 maggio 1946.[10]
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