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attore italiano (1916-1995) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Franco Fabrizi, all'anagrafe Francesco Fabbrizzi (Cortemaggiore, 15 febbraio 1916[1] – Cortemaggiore, 18 ottobre 1995), è stato un attore italiano.
Attore essenzialmente cinematografico, impersonò con efficacia in molti film il personaggio del rubacuori di provincia, cinico ma affascinante, inaffidabile ma seduttivo, venendo diretto da registi come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Tinto Brass, Pietro Germi e Luigi Zampa.
Nacque a Cortemaggiore, in provincia di Piacenza, il 15 febbraio 1916[2][3][4] (secondo altre fonti, invece, nel 1926[5][6][7][8][9]), figlio di Eugenio Fabbrizzi, un barbiere, e di Enrichetta Lippini, cassiera di cinema. Esordì come attore di prosa e di rivista, interpretando un capo indiano nel fotoromanzo Arizona Kid, sul periodico Avventuroso Film. Dopo qualche esperienza cinematografica minore, ottenne la sua prima parte di un certo rilievo in Cronaca di un amore (1950), il primo lungometraggio di Michelangelo Antonioni. Si mise in luce soprattutto interpretando il personaggio del dongiovanni Fausto ne I vitelloni (1953) di Federico Fellini.
Anche nei film successivi, nei quali pure ricoprì ruoli principali e di co-protagonista, rimase sempre legato al cliché dello sbruffone un po' vigliacco: il seduttore Gino ne La romana (1954) di Luigi Zampa, l'amico facilone e confusionario in Camilla (1954) di Luciano Emmer, il truffatore Roberto ne Il bidone (1955) di Federico Fellini, l'architetto Cesare ne Le amiche (1955) di Michelangelo Antonioni, lo scioperato Alvaro in Racconti romani (1955) ed il medico fasullo Massimo Valdarena in Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi.
Tra le interpretazioni più significative negli anni sessanta quelle in Una vita difficile (1961) di Dino Risi, con Alberto Sordi, Gli onorevoli di Sergio Corbucci (1963), con Franca Valeri, La donna degli altri è sempre più bella (1963) di Marino Girolami, film collettivo con Franco e Ciccio e Ugo Tognazzi, Il comandante (1964) di Paolo Heusch, con Totò, Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli, Signore & signori (1966) di Pietro Germi.
Dopo un'intensa attività nella prima parte degli anni settanta, ebbe un periodo più defilato, nel quale la carriera ebbe una pausa e la sua fama conobbe un appannamento: ma tornò poi alla ribalta per la sua ottima interpretazione di un produttore cinematografico in Action (1980) di Tinto Brass e nei panni di un conduttore televisivo disinvolto quanto cinico in Ginger e Fred (1986) di Federico Fellini.
Morì nel suo paese natale il 18 ottobre 1995 per un tumore del colon.[1][10][11]
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