Formato anamorfico
tecnica cinematografia di cattura di una immagine in formato widescreen o formato di proiezione cinematografica / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il formato anamorfico (da anamorfòṡi [dal gr. ἀναμόρϕωσις «riformazione», der. di ἀναμορϕόω «formare di nuovo»])[1] è una tecnica di ripresa e di proiezione cinematografica complementare, usata dagli anni 1950; lo scopo è quello di sfruttare l'intero fotogramma disponibile sulla pellicola, occupando le eventuali bande nere superiori e inferiori, con una immagine panoramica volutamente distorta da un obiettivo anamorfico, che riprende le immagini con un ingrandimento maggiore in senso verticale (in genere, 2:1 rispetto al senso orizzontale), così da ottenere in proiezione una immagine molto più ampia del normale (max, 2,66:1), partendo dal tipico fotogramma cinematografico con rapporto d'aspetto 1,33:1.
I primi utilizzi di questa tecnica furono col CinemaScope, un formato diffuso dalla 20th Century Fox inaugurato nel 1953. Accanto sono nati il Techniscope, il Technirama, il Super Panavision 70, il Super Technirama, ecc.[2]
Il formato anamorfico, non deve essere confuso con il widescreen anamorfico, che è un sistema elettronico di codifica video con differenti metodi, seppur simili al formato anamorfico.