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rappresentano una delle tre principali tipologie di fibre muscolari che compongono il muscolo scheletrico, detto anche striato o volontario, assieme alle fibre intermedie (IIa) e bianche (IIb) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le fibre muscolari di tipo I, dette anche rosse, scure, lente, toniche, torbide, ossidative, fatica-resistenti, slow red (SR), a contrazione lenta, o tradotto dall'inglese slow twitch (ST), a ossidazione lenta, dall'inglese slow oxidative (SO), rappresentano una delle tre principali tipologie di fibre muscolari che compongono il muscolo scheletrico, detto anche striato o volontario, assieme alle fibre intermedie (IIa) e bianche (IIb).
Questo tipo di fibra appartenente al muscolo scheletrico, presenta un'alta distribuzione di mitocondri dalle dimensioni maggiori e un alto contenuto di enzimi ossidativi come la succinico deidrogenasi (SDH), e la NADPH deidrogenasi[1], poiché il loro intervento è caratteristico del metabolismo aerobico. Questi organuli sono collocati alla periferia della cellula o fibra muscolare per garantire un alto apporto di ossigeno e nutrienti dai capillari sanguigni. Il caratteristico colore rosso è dovuto all'alta presenza di mioglobina, una proteina incaricata di legare l'ossigeno e il ferro. Queste fibre sono quindi dotate di una maggiore irrorazione capillare. Tali cellule sono meglio adatte al metabolismo ossidativo del glucosio e traggono energia dal processo di fosforilazione ossidativa utilizzando allo stesso modo substrati glucidici (glucosio) e lipidici (trigliceridi/acidi grassi). Effettivamente il loro contenuto di glicogeno è minore, mentre la presenza di lipidi (trigliceridi intramuscolari) è superiore. Le fibre rosse contengono meno enzimi adenosin-trifosfatasi (ATPasi), pertanto idrolizzano l'ATP più lentamente, così come meno enzimi glicolitici come la fosfofruttochinasi (PFK), e lattato deidrogenasi (LDH). Il loro diametro è generalmente inferiore rispetto alle fibre rapide, e sono raggruppate in maggior numero all'interno di un'unità motoria, rispetto alle bianche[1][2]. Tali fibre sono collegate ai motoneuroni alfa (cellule nervose deputate all'invio degli impulsi nervosi verso le fibre muscolari) di tipo tonico, quindi a livello di prestazioni fisiche, hanno una risposta dello stimolo nervoso lenta e a bassa frequenza (5-25 hertz)[3], in grado di trasmettere impulsi nervosi più sostenuti nel tempo ma a bassi picchi di tensione, favorendo contrazioni più durature e di bassa intensità. Le fibre rosse sono dunque adatte al lavoro lento e di durata, mostrano una grande tolleranza alla fatica, una capacità di rimanere a lungo in contrazione, ed intervengono nell'attività di endurance, e nel caso di sforzi intensi e protratti[4][5][6][7].
La loro distribuzione è maggiore nei muscoli deputati al mantenimento della postura eretta (i muscoli posturali, che devono rimanere contratti per ore per il mantenimento della postura stessa), o in muscoli che eseguono per natura movimenti lenti e ripetitivi[8]. La fibra rossa è maggiormente presente e sviluppata negli atleti di endurance come corridori, maratoneti, ciclisti su strada, o altri atleti impegnati in discipline sportive di durata[4].
All'interno delle fibre rosse il trasporto di glucosio a carico dei GLUT-4 è maggiore, quindi una alta presenza di fibra rossa, come per gli atleti di endurance, determina una maggiore sensibilità all'insulina, rispetto alla fibra bianca, più sviluppata negli atleti di potenza[9][10].
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