Farhud
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Il Farhud (in arabo الفرهود?) è stato il pogrom, o l'"espropriazione violenta", effettuato contro la popolazione ebraica di Baghdad, in Iraq, il 1°-2 giugno 1941, subito dopo la vittoria britannica nella guerra anglo-irachena. Le rivolte si verificarono nel vuoto di potere successivo al crollo del governo filo-nazista di Rashid Ali mentre la città attraversava uno stato di instabilità.[3][4][5] La violenza arrivò subito dopo la rapida sconfitta di Rashid Ali da parte delle forze britanniche, il cui precedente colpo di stato aveva generato un breve periodo di euforia nazionale, e venne alimentata dalle accuse secondo cui gli ebrei iracheni avevano aiutato gli inglesi.[6] Oltre 180 ebrei furono uccisi[7], 1.000 rimasero feriti, e fino a 300-400 rivoltosi non ebrei vennero uccisi nel tentativo di sedare la violenza.[8] Ci furono saccheggi delle proprietà ebraiche e 900 case ebraiche vennero distrutte.[9]
Farhud strage | |
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Tipo | Pogrom |
Data | 1 - 2 giugno 1941 |
Luogo | Baghdad, Iraq |
Stato | ![]() |
Obiettivo | Ebrei di Baghdad |
Responsabili | Rashid Ali al-Kaylani Nadi al-Muthanna giovani della Futuwwa |
Motivazione | Antisemitismo, Arabizzazione |
Conseguenze | |
Morti | 175[1]–780-1000+[2] ebrei uccisi |
Feriti | 1.000 |
Il Farhud ebbe luogo durante la festività ebraica dello Shavuot. È stato indicato come un pogrom facente parte dell'Olocausto, sebbene tale confronto sia stato contestato.[10][11] L'evento stimolò la migrazione degli ebrei iracheni fuori dal paese, sebbene sia contestato anche un collegamento diretto all'esodo ebraico dall'Iraq del 1951-1952,[12][13][14] poiché molti ebrei che lasciarono l'Iraq subito dopo il Farhud tornarono nel paese e la permanente emigrazione accelerò in modo significativo non prima del 1950-1951.[15] Secondo Hayyim Cohen, il Farhud "fu l'unico [evento del genere] noto agli ebrei dell'Iraq, almeno durante i loro ultimi cento anni di vita nella regione".[16][17] Lo storico Edy Cohen scrive che fino al Farhud, gli ebrei avevano goduto di condizioni relativamente favorevoli e di convivenza con i musulmani in Iraq.[18][19]