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funzionario romano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Euterio (latino: Eutherius; fl. 337-361) è stato un funzionario e diplomatico romano di età imperiale che servì sotto Giuliano.
Euterio | |
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Praepositus sacri cubiculi | |
Durata mandato | 356 – 360 |
Monarca | Flavio Claudio Giuliano |
Dati generali | |
Professione | Funzionario di corte |
Pagano,[1] era nativo dell'Armenia; venne catturato da dei nemici, castrato e venduto ai Romani. Entrò a far parte della corte di Costantino I, dove le sue qualità vennero apprezzate; alla morte dell'imperatore, passò alla corte del figlio Costante I, che però non tenne conto in più occasioni dei buoni consigli del suo eunuco.[2]
Passò poi alle dipendenze del cesare d'Occidente Giuliano, con il rango di praepositus sacri cubiculi. Il futuro imperatore impiegò Euterio come ambasciatore almeno due volte: la prima volta Euterio venne mandato presso l'imperatore Costanzo II a Milano (356/357), a difendere il proprio cesare dalle accuse rivoltegli da Marcellino;[3] la seconda volta, assieme a Pentadio, si recò ancora da Costanzo ma questa volta a Cesarea in Cappadocia, col quale discusse un accordo a seguito dell'acclamazione a imperatore di Giuliano da parte delle truppe.[4]
Si ritriò a vita privata, ma venne richiamato da Giuliano nel tardo 361;[1] si ritirò nuovamente a vita privata, vivendo a Roma come un rispettato cittadino.[5]
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