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pittrice italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Elisabetta Benato Beltrami (Padova, 23 ottobre 1812 – Padova, 18 febbraio 1888) è stata una pittrice italiana seguace del Neoclassicimo.
Nata in una famiglia della media borghesia, in anni di grave crisi economica, dovuta all’alternarsi delle dominazioni, austriaca e francese, alle continue guerre e alla forte pressione fiscale che aveva messo in ginocchio le attività commerciali e manifatturiere, mostrò fin da bambina una forte predilezione per il disegno, realizzando copie molto apprezzate da artisti famosi.
Poté frequentare, grazie a una sottoscrizione di alcuni cittadini padovani, l’Accademia di belle arti di Venezia, dove seguì i corsi di scultura di Luigi Zandomeneghi e di pittura di Lipparini e Politi. Allora per le donne era molto difficile, se non impossibile, entrare in istituzioni pubbliche dove poter approfondire la preparazione artistica, infatti nella delibera di accettazione dell’Accademia fu precisato che si trattava di una eccezione, da non prendersi come esempio. Si distinse subito per le sue capacità, rivelando una sua ben precisa personalità per la morbidezza del disegno e la delicatezza dei colori. Il 26 novembre 1840 sposò Luigi Beltrami, figlio di Giovanni Beltrami, artista molto noto, specializzato nella lavorazione di cammei e pietre dure. Col marito trascorse un breve periodo a Cremona, dove poté frequentare artisti come Giovanni Carnovali detto il Piccio. Nel 1843 tornò a Padova.
Pur avendo terminato gli studi accademici, non poté utilizzare, in quanto donna, il titolo per insegnare, si dedicò allora a lezioni private, presso l’Istituto delle Dame del Sacro Cuore. Rimasta vedova nel 1854, condusse una vita discreta e lontana dalla mondanità, eppure fu pittrice nota e apprezzata dai suoi contemporanei[1]
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