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politico e sindacalista statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Earl Browder (Wichita, 20 maggio 1891 – Princeton, 27 giugno 1973) è stato un politico e sindacalista statunitense, importante esponente del sindacalismo internazionalista, marxista-leninista e segretario generale del Partito Comunista degli Stati Uniti d'America. Dopo la seconda guerra mondiale, con l'inizio della "guerra fredda", ha promosso una propria via di conciliazione tra capitalismo e comunismo - il browderismo, "deviazione a destra" rispetto all'ortodossia marxista-leninista[1].
Earl Browder | |
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Segretario generale del Partito Comunista degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 1929 – 1945 |
Predecessore | Max Bedacht |
Successore | Eugene Dennis |
Partito Comunista degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 1934 – 1945 |
Predecessore | William Zebulon Foster |
Successore | William Zebulon Foster |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista degli Stati Uniti d'America |
Professione | Sindacalista |
Ottavo figlio di una famiglia di orientamento populista di Wichita, nel Kansas, Browder aderì al Partito Socialista degli Stati Uniti d'America a sedici anni, nel 1907.[2] Ne uscì nel 1912, in polemica con l'allora segretario William Dudley Haywood. Lavorò come impiegato a Kansas City e dal 1916 come capoufficio ad Olathe, sempre in Kansas.[2] Violentemente contrario alla prima guerra mondiale, dopo l'ingresso statunitense nel conflitto (1917) fu arrestato in forza della cosiddetta "legge antispionaggio" ("Espionage Act") e condannato a tre anni di reclusione. Rimase in prigione per undici mesi, dal dicembre 1917 al novembre 1918.
Rilasciato con la fine della guerra, tornò alla militanza politica pubblicando un giornale radicale, "The Workers World", insieme al sindacalista internazionalista James Patrick Cannon, esponente dell'Industrial Workers of the World. Per questo nel giugno 1919 tornò in carcere con l'accusa di cospirazione. Fu rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Leavenworth, in Kansas, fino al novembre 1920. Tornato libero, entrò nel nascente movimento comunista, iscrivendosi allo United Communist Party - il partito nato nel 1921 dalla fusione di varie sigle comuniste fuoriuscite dal Partito socialista statunitense dopo la Rivoluzione d'ottobre in Russia - ed al suo sindacato di riferimento, la Trade Union Educational League (TUEL), fondata da William Z. Foster.
Nel giugno 1921 fu inviato a Mosca come delegato del Partito Comunista degli Stati Uniti d'America (CPUSA), e portavoce dei minatori del Kansas insieme a Foster, all'Internazionale Comunista. Nella Russia sovietica -di lì a poco Unione Sovietica- Browder conobbe Kitty Harris, agente segreta sovietica, con cui visse per un periodo in Cina, a Shanghai, dove organizzò per conto del Kominter un segretariato sindacale per il Pacifico. Nel 1930 diventò segretario generale del Partito comunista statunitense, e nel 1932 successe a Foster - la cui salute era stata compromessa da un infarto - alla presidenza del Partito.
Cercò un accordo con le altre forze marxiste e di sinistra, secondo il modello dei Fronti popolari che stava avendo successo in Europa, ed appoggiò la politica del New Deal di Roosevelt, nell'ottica di una ristrutturazione sostanziale del capitalismo. Ottenne 80.195 voti alle elezioni presidenziali del 1936. Per aver viaggiato in Unione Sovietica per due volte con un passaporto falso, Browder fu processato e condannato nuovamente al carcere, nel 1940. Fu rilasciato dopo quattordici mesi, con l'entrata degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale al fianco dell'Unione Sovietica.[3] Dopo il collasso dell'Unione Sovietica, sarebbero emerse le prove dell'attività di Browder e di alcuni suoi familiari come informatori dello spionaggio sovietico, l'NKVD (antenato del KGB). Lui, in vita, ha sempre smentito ogni addebito, anche di fronte alla commissione d'inchiesta maccartista.
Già nel 1940 Browder volle l'uscita del CPUSA dall'Internazionale Comunista -che, del resto, sarebbe stata sciolta di lì a poco nel 1943 per volere di Stalin-.[1] Dopo la guerra, nel clima della "guerra fredda", cercò di conciliare capitalismo e comunismo in una via chiamata "browderismo", considerato una "deviazione a destra" del comunismo di stampo sovietico.[1] Il resto del movimento comunista internazionale lo isolò - celebre una lettera del comunista francese Jacques Duclos -, e nel suo partito il vecchio compagno Foster guidò l'opposizione interna. Nel 1945 Browder perse il segretariato generale del partito in favore del marxista-leninista "osservante" Eugene Dennis. Nel 1946 fu espulso dal partito. Continuò la sua battaglia più o meno solitaria contro il dirigismo sovietico, criticando il suo ex-partito ma rifiutandosi di incriminare i vecchi compagni durante il maccartismo. I suoi tre figli, Felix, William ed Andrew, si sono distinti nella ricerca in campo matematico.
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