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bombardiere Dornier-Werke Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Dornier Do 217 era un bombardiere bimotore multiruolo ad ala alta prodotto dall'azienda tedesca Dornier-Werke dalla fine degli anni trenta e impiegato principalmente dalla Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale.
Dornier Do 217 | |
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Un Do 217E-2 in volo | |
Descrizione | |
Tipo | bombardiere caccia notturno ricognitore |
Equipaggio | 3 |
Progettista | Claude Dornier |
Costruttore | Dornier-Werke |
Data primo volo | 4 ottobre 1938[1] |
Data entrata in servizio | 1942 |
Data ritiro dal servizio | 1945 |
Utilizzatore principale | Luftwaffe |
Altri utilizzatori | Regia Aeronautica |
Esemplari | 1 730[2] |
Sviluppato dal | Dornier Do 17 |
Altre varianti | Dornier Do 317 |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 18,20 m |
Apertura alare | 19,00 m |
Altezza | 5,00 m |
Superficie alare | 57,00 m² |
Peso a vuoto | 9 350 kg |
Peso max al decollo | 13 180 kg |
Propulsione | |
Motore | 2 radiali BMW 801A |
Potenza | 1 560 PS (1 147 kW) ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità max | 487 km/h a 5 500 m |
Autonomia | 2 050 km |
Tangenza | 8 400 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 4 MG 17 calibro 7,92 mm nel muso 2 MG 131 calibro 13 mm in posizione ventrale e dorsale |
Cannoni | 4 MG FF calibro 20 mm nel naso |
Note | dati relativi alla versione Do 217 J-2 (caccia notturno) |
i dati sono estratti da Letadla 1939-1945 Stíhací a bombardovací letadla Německa 1. díl[3] | |
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Sviluppato dal Do 17, dopo le versioni iniziali Do 217 A-0 e Do 217 C-0 di preserie e dotate di motori a V rovesciata DB 601B, la produzione venne concentrata sulla versione Do 217 E caratterizzata dall'utilizzo di radiali BMW 801A/B.
Venne inoltre impiegato nelle sue varie versioni come bombardiere notturno, caccia notturno e aereo d'attacco antinave. Quest'ultima, la Do 217 K caratterizzata da una fusoliera di sezione maggiore e dalla maggiore apertura alare (20,81 m), venne approntata per l'utilizzo della bomba radioguidata Ruhrstahl SD 1400 "Fritz X", nota per l'affondamento della nave da battaglia Roma della Regia Marina, il 9 settembre 1943, come conseguenza della firma dell'armistizio di Cassibile.
La prima versione da caccia notturna fu la Do 217 J-1, apparsa alla fine del 1941. L'aereo era in sostanza identico al modello da bombardamento E-2. L'unica differenza consisteva nel muso, che era completamente di metallo, nella presenza del radar, e nel potente armamento: quattro cannoni da 20 millimetri e quattro mitragliatrici da 7,9. Quasi nello stesso periodo venne introdotta un'altra versione, la Do 217 N. La differenza principale consisteva nei motori in linea Daimler Benz al posto dei BMW radiali. In totale, vennero trasformati in caccia notturni 364 bombardieri diurni.[4]
Un Do 217 K affondò la nave da battaglia Roma, il 9 settembre 1943, con una bomba radioguidata "Fritz X" mentre la flotta navale italiana stava dirigendosi a Malta per consegnarsi agli Alleati.[5]
La Regia Aeronautica ricevette dodici Do 217, tra il settembre 1942 e il giugno 1943, delle versioni J-1 e J-2 da caccia notturna.[6] Soltanto un'unità italiana venne equipaggiata con i caccia notturni dalla Dornier: la 235ª Squadriglia del 60º Gruppo (41º Stormo B.T.), comandata dal capitano Aramis Ammannato. L'unità, prima basata a Treviso-San Giuseppe, si trasferì sul più adeguato impianto di Lonate Pozzolo, il 21 ottobre 1943. A causa dell'addestramento frettoloso, dell'usura delle prime macchine consegnate, degli impianti radar ormai logori, l'unità in quasi un anno di attività riuscì ad abbattere soltanto un aereo, quando, nella notte del 16-17 luglio 1943, il capitano Ammannato, con un Do 217 J-1 sprovvisto di radar, intercettò un Avro Lancaster della RAF, di ritorno dal bombardamento della centrale idroelettrica di Cislago (vicino a Varese). Il bombardiere inglese precipitò sulle rive del Ticino, presso Vigevano.[7] Il 31 luglio 1943, la squadriglia aveva in dotazione ancora 11 Do 217, cinque operativi e gli altri sei in riparazione o non impiegabili.[8]
Benché prodotto in oltre 1 700 unità[2], a oggi non si conosce alcun esemplare completo sopravvissuto ma solo alcune parti conservate in musei europei. Il più grande dei relitti conosciuti, una grossa parte della fusoliera posteriore dell'esemplare marcato XM+?M, è conservato presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare, situato in località Vigna di Valle nel comune di Bracciano (Roma).[10]
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