Vandelli, di nobile casato modenese[1] tradizionalmente dedito alla cultura ed alle scienze[2][3][4], si appassionò già in giovane età agli studi classici, letterari, scientifici e ingegneristici grazie ai precettori illustri con cui ebbe modo di studiare.[5][6][7][8][9] Si formò classicamente e scientificamente, seguendo contemporaneamente la carriera ecclesiastica, studiando dai Gesuiti, diventando poi Abate, applicandosi nello Studio Estense intitolato a San Carlo; in seguito, passato all'Università, si applicò nella Filosofia, Matematica e Teologia[10], avendo maestri importanti come il matematico Domenico Corradi d'Austria e lo storico ed erudito Ludovico Antonio Muratori,[11] con il quale mantenne sempre i contatti e con il quale spesso cooperò a livello letterario.[12][13][14][15][16]
Per i suoi studi e lavori ottenne in seguito la docenza alla cattedra di matematica e ingegneria all'Università di Modena (istituita da Rinaldo d'Este) e la nomina a geografo ed antiquario ducale. Fra il 1738 e il 1740 tenne corsi di architettura militare. Fra i diversi incarichi che ricoprì fu ispettore dei fiumi e delle bonifiche del Ducato di Modena, e questo lo portò a viaggi in Romagna ed a Roma.
Tradusse testi storici dal latino, dal greco, dall'ebraico e dal siriaco.[17]
Pubblicò numerose lettere, articoli scientifici e saggi[18], occupandosi anche di architettura, storia, letteratura, scienze naturali e di archeologia[19]. A lui si devono importanti ritrovamenti di reperti che hanno consentito la fondazione della Sala Lapidaria del Museo Arcivescovile di Ravenna che risale al 1734.[20]
La sua vasta produzione scientifica è frutto della cultura del suo tempo volta alla ricerca di un sapere enciclopedico, filosofico e scientifico, quindi ancora poco incline alla specializzazione. Infatti Filosofia e Scienza in questo periodo si intrecciavano ancora, anche se in maniera più logica, in preludio di quel novopensiero scientifico che stava nascendo proprio in quel periodo.[21]
Nel 1725 intraprese un viaggio culturale, tradizionale per i nobili del tempo[22], che lo portò in Europa a conoscere parecchi illustri personaggi e studiosi permettendogli al contempo di conoscere nuove idee e confrontare le proprie per promuovere l'immagine del Ducato di Modena e la sua stessa persona.[23]
Sino alla fine della sua vita lavorò all'Università di Modena e mantenne l'incarico prestigioso e remunerativo di antiquario di Corte. La morte arrivò il 21 Luglio 1754.[24]
Vandelli fu sepolto con onori nella Chiesa di S. Carlo di Modena dove riposa.[25]
Vandelli offre il suo maggior contributo scientifico con l'introduzione innovativa delle linee di livello in cartografia, note, all'epoca, come Isoipsae Vandellis.[26]. Il Vandelli, riportando una serie di triangolazioni sul terreno per ottenere le distanze esatte fra i punti e soprattutto fra le altezze relative, ebbe l'idea di collegare i punti con la stessa quota con delle linee continue ottenendo così una nuova rappresentazione cartografica che riduceva gli errori della raffigurazione la quale divenne così più fedele all'orografia. Con tale tecnica, il Vandelli poté mappare l'omonima Via Vandelli[27] individuando matematicamente quel tracciato che consentiva di progettare le pendenze affinché fossero progressive e limitate, al fine di avere una migliore percorrenza per le carrozze e per i pesanti carri da trasporto.[28]
Infatti sino alla sua epoca le mappe cartografiche raffiguravano una tridimensionalità più artistica che scientifica.[29] L'introduzione delle linee di livello, rappresentative della quota costante, portò ad una rivoluzione nella rappresentazione mappale che poteva così essere riportata più cartesianamente evitando le precedenti distorsioni artistiche.[30]
L'impiego delle isoipse altimetriche vandelliane permetteva anche una valutazione più efficace e precisa delle distanze su orografie comunque complesse.[31] L'uso di alcuni algoritmi trigonometrici permetteva così il calcolo utile di distanze in obliquo.[32]
L'innovazione fu così radicale da rimanere praticamente inalterata sino ad oggi ed ancora in uso nella sua essenza.[33][34]
Vandelli pubblicò numerose opere identificabili nell'ambito della cartografia e dell'ingegneria civile. Alla sua persona sono dovute le mappe più precise del suo tempo, quali quella del Ducato di Modena e quella della città di Modena, ed alcune importanti opere pubbliche idrauliche, quali gli arginamenti del fiume Secchia e del Panaro, con la creazione di casse di espansione, il sistema fognario della città di Modena, il sistema piezometrico e le condutture dell'acquedotto.[35]
Nel 1724 redige e pubblica la Carta del modenese a cui seguirono varie mappe per i molti dettagli idrografici e corografici richiesti, e sempre su commessa dell'illustre famiglia reggente degli Estensi.[36]
Nel 1728 pubblica una Lettera Sopra alcune opposizioni fatte al libro dell'Origine de' Fonti e de' Fiumi, del Cav. Antonio Vallisneri in cui sostiene che in realtà l'origine della risalita delle acque sotterranee è dovuta alle leggi dell'idrostatica.[37]
Vandelli viene tuttavia maggiormente ricordato per la sua ardita opera di ingegneria civile nota come la Via Vandelli.[38]
Prima della costruzione della strada, il Vandelli redasse però una dettagliata mappa per lo studio del percorso, da cui poi derivò una prima già invidiabile mappa territoriale del modenese.[39] La Via Vandelli[27], costruita tra il 1738 ed il 1751, fu una strada ducale che permise alla città di Modena di avere uno sbocco diretto sul Mar Tirreno, giungendo sino alla spiaggia della città di Massa.[40]
Ai giorni nostri questa strada è solamente di interesse e frequentazione sportiva, naturalistica e storica[41], e suscita l'interesse ampio del pubblico e dei naturalisti per gli ambienti suggestivi che attraversa; la strada è in fase avanzata di consolidamento e di restauro.[42]
Nel 1743, a Novembre, Vandelli pubblicò la " Pianta della città di Modena co' suoi scoli sotterranei pigliata l'anno MDCLXXXIV ", notevole raffigurazione della città di Modena e del suo sistema idrico interno ed esterno.[43]
Il Vandelli rimase comunque desideroso di compiere un'opera assolutamente originale, e per questo decise di stendere anche sul territorio modenese una rete di triangolazione, e di appoggiare a quella raffigurazione tutta una serie di osservazioni e misure importanti.[44][45]
Nel 1746 pubblicò così un'importante raffigurazione mappale nota come la Carta degli Stati del Serenissimo signor Duca di Modena delineata con le strade principali e parte dei domini circostanti; la Carta fu incisa su rame a Ferrara dal noto stampatore ferrarese Andrea Bolzoni e corredata con un'ampia legenda esplicativa dei procedimenti seguiti per la sua costruzione. Redatta in scala 1:200.000, è ricca di nomi e di particolari topografici e dotata di una orografia rappresentata da un tratteggio altamente tecnico e non solo artistico come invece costumava a quel tempo. Tutt'oggi è giudicata come una delle migliori realizzazioni cartografiche del secolo XVIII.[46][47][48]
Nel 1748 pubblica la prestigiosa Carta Topografica del Modenese e le Memorie intorno alle antiche carte geografiche.[49]
Interessanti le dissertazioni di carattere letterario che ci sono giunte, come la Lettera sopra la Divina Commedia di Dante Alighieri tradotta in versi esametri latini da Fra Matteo Ronto, che rendono così la figura del Vandelli nella sua piena luce di dotto dell'epoca.[50][51]
Il carattere del Vandelli è ben rappresentato dalla sua Risposta di Ciriaco Sincero modenese ad una parte della lettera del signor Simone Cosmopolita scritta ad un suo amico di Firenze sotto il dì 14 di Dicembre dell'anno 1745 intorno alle considerazioni del signor Domenico Vandelli di Modena sopra la Notizia de' Lincei. Pubblicazione (Conchae: apud Mersas Turres i.e. Modena: Soliani!, 1746)[52]
Nel 1743 pubblica l'Appendice alle meditazioni sopra la vita di S. Geminiano vescovo, e protettore di Modena In Venezia, 1743.[53] in ripresa del saggio del dottore Pellegrino Rossi, modenese, con proposte in sei punti di due amici Ristretto della vita del Santo Pubblicazione in Venezia: Appresso Francesco Pitteri, 1738[53]
Pregevoli le Considerazioni sopra la notizia degli Accademici Lincei scritta dal signor Giovanni Bianchi, e premessa all'opera intitolata Phytobasanos di Fabio Colonna ristampata in Firenze nel 1744. presso Pietro Gaetano Viviani in quarto reale. Opuscolo di Domenico Vandelli. Pubblicazione In Modena: per Bartolomeo Soliani (10 Giugno 1745)[54]
Nel 1750 Vandelli pubblica un breve saggio biografico storico culturale e celebrativo di Tarquinia Molza modenese, un personaggio molto amato dai suoi concittadini.
Nel 1754, il 25 Maggio, scrive sotto pseudonimo un'interessantissima Lettera dissertatoria sopra il vero fiume Rubicone degli Antichi che ancora oggi è di riferimento base nello studio, nella ricerca e nell'individuazione controversa del corso dello storico fiume Rubicone che Giulio Cesare attraversò nelle prime ore del 10 gennaio 49 a.C.[55][56][57][58]
Tra i manoscritti del Vandelli che definiscono l'universalità della sua opera scientifica, si ricordano un Corso di Matematica e cinque lezioni accademiche: Sulle Arti e Scienze Antidiluviane; Sull'equilibrio dei fluidi; Sul flusso e riflusso del mare; Sulla discesa del mercurio nel barometro; Numeri pliniani in contextu Lib.III.C. examinati. Sua una precisa pianta della città di Modena del 1743, una Tavola Geografica del Modanese, per l'intelligenza della Secchia Rapita di Alessandro Tassoni, che comprende anche parte del Veneto e della Romagna, stesa per illustrazione dell'edizione del 1744 del poema tassoniano, e la carta corografica della diocesi di Nonantola, disegnata a corredo dell'opera storica di Girolamo Tiraboschi.[59]
Il Tiraboschi riporta come molto interessante lo studio dissertatorio condotto Sull'origine della bussola e quello critico sull'utilità delle matematiche; ad oggi, di tali opere tuttavia si è persa traccia, così come risulta chiaro l'utilizzo che faceva del barometro a mercurio, un modello da lui stesso costruito e sperimentato[60], durante le sue campagne di misurazione altimetrica e ben presentato nel corso delle sue lezioni accademiche all'Università di Modena.[61]
Trascrive il Tiraboschi, in Tomo V pag 339:"Levizzano Rangone terra del Modenese circa dieci miglia distante dalla città fu la patria del Dott. Domenico, che ivi nacque il 1 di Marzo del 1691 di famiglia, che fin da' 22 di Maggio del 1619 era stata ascritta alla Cittadinanza di Modena nella persona di Cristoforo figlio di Lodovico con tutti i suoi discendenti, come mostra il diploma autentico, che presso i discendenti se ne conserva."
Si consideri l'esistenza nel '500 del Codice Vandelli. Cfr.: Tiraboschi in Tomo V a pag.21: "Epigrammi se ne leggono nel Codice Vandelli, quattro de' quali in lode di Tarquinia Molza sono stati pubblicati dopo la Vita di essa scritta dal Dott. Domenico Vandelli."; pag.144: "Sudenti Niccolo' Modenese, quegli probabilmente, che ne' Registri pubblici de' Defunti si dice morto a' 7 di Dicembre del 1615 in età di 83. anni ha un Sonetto nel Codice Estense, e nel Pagliaroli; e quattro Epigrammi nel Codice Vicini, e undici nel Codice Vandelli."; pag.270: "Torti Alessandro Modenese, morto agli 11 d'Agosto del 1599 ha tre Epigrammi nel Codice Vandelli, uno de' quali recherò qui per faggio: ...".
Si consideri l'esistenza nel '500 della Libreria Vandelli. Cfr.: Tiraboschi in Tomo V a pag.181:"E io ne debbo la notizia a una lettera del Tassoni medesimo scritta da Bologna al celebre Paganino Gaudenzi a' 24. di Nov. del 1628, quando quel Professore passò da Roma a Pisa. L'originale di essa conservati nella Vaticana, ed io ne ho veduta la copia nella Libreria Vandelli..."; pag.211:"Relazione delle cose di Piemonte, cioè delle sue vicende nel servigio di quella Corte. Ne hanno copia la Libreria Vandelli, e la Pagliaroli, e un'altra ne è in questo Ducale Archivio Segreto."; pag.212: "Le molte scritte al Canonico Albertino Barisoni conservavansi in Padova, come dice Apostolo Zeno (14), presso il March. Ugolino Barisoni, e ne ha copia la Libreria Vandelli. Alcune altre originali erano presso il medesìmo Zeno, e di esse pure si ha copia nella suddetta Libreria Vandelli, e nella Pagliaroli, e io pure ho copia di alcune di esse, e di alcune altre tratte da questo Ducale Archivio Segreto."; pag.319:"III. Sonetti e Canzoni. Sono in numero di circa cento sessanta in un Codice della Libreria Vandelli."
Domenico era discendente da Cristoforo e dal fu Ludovico Vandelli: Cfr.: G.B. Crollanza, Dizionario Storico Blasonico delle famiglie nobili e notabili; 6ª Ed., Sansoni Firenze, 1958. v. Vandelli.
Gli incarichi presso il Duca di Modena a Corte erano necessariamente ricoperti da nobili. Cfr. Barberis, Continuità aristocratica e tradizione militare, cit., pag.475
"... chi proveniva da famiglie di antico lignaggio, occupavano i più importanti e prestigiosi incarichi di corte. In questo modo l'integrazione fra vecchi e nuovi nobili avveniva all'interno di un contesto ideologico e istituzionale definito in larga misura dagli elementi più tradizionali dell'aristocrazia." -
Anthony L. Cardoza, Patrizi in un mondo plebeo: la nobiltà piemontese nell'Italia liberale, Donzelli Editore, 1999.
Sogni e bisogni di una famiglia aristocratica: i Caracciolo di Martina in età moderna, Elena Papagna, FrancoAngeli, 2002 Pag 155:
"È stato osservato come incarichi di corte e impieghi militari venissero adoperati da Carlo di Borbone per soddisfare le aspirazioni della nobiltà e per cercare di guadagnarne il favore accrescendo la presa della dinastia."
"Nella Corte e nella vita che vi si conduceva Francesco II vedeva solo la causa di pericolose emorragie di denaro, piuttosto che uno strumento di potere politico controllato dal Re e da un gruppo di individui che lo coadiuvavano e che, in contropartita, ottenevano visibilità sociale e opportunità economiche." Sogni e bisogni di una famiglia aristocratica: i Caracciolo di Martina in... - Elena Papagna - Google Libri.
Cit.: "Nomi come quello del medico Bernardino Ramazzini, dei matematici Giovanni Battista Boccabadati, Domenico e Francesco Vandelli, diedero fama allo Studio Pubblico di San Carlo, divenuto in seguito Università per volontà rifondatrice del Duca Francesco III."; La cultura nel territorio attraverso il patrimonio bibliografico estense - Biblioteca estense universitaria, Modena, Pag.8
Scrive il Tiraboschi in Tomo V pag.339: "Quattro dottissimi uomini, che allora erano in Modena, si unirono a formare il giovane Vandelli in ogni sorta di seria e di piacevole Letteratura. Il Matematico Domenico Corradi Io istruì nella sua scienza, nella quale era assai bene esercitato; e lo condusse seco più volte alle visite, e alle operazioni per la direzione de' fiumi. Il Dott. Pietro Ercole Gherardi Io introdusse alla cognizione delle lingue Orientali. II P. Ab. Bacchini, la cui Accademia ei frequentava, e il Proposto Muratori gli furon guida nello studio della più soda Critica, e dell'erudizione sacra e profana."
Si veda: Considerazioni sopra la notizia degli accademici lincei scritta dal Sig. Giovanni Bianchi, Ristampata in Firenze nel 1744 presso Pietro Gaetano Viviani in quarto Reale. Opuscolo di Domenico Vandelli Pubblico Profeſſore delle Matematiche nell'Università di Modena. In Modena, per Bartolomeo Soliani. Con Licenza de' Superiori
L'elenco dei suoi numerosi scritti di carattere vario si trova pubblicato nel tomo V della Biblioteca modenese del Tiraboschi ( Attilio Mori, VANDELLI, Domenico, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.).
Cfr.: Tassoni in Tomo V pag. 344, che riporta alcune delle Opere manoscritte del Vandelli, tra le quali le seguenti:
I] Stato presente degli Stati del serenissimo Sig. Duca di Modena con una succinta notizia degli uomini Letterati (2 Tomi in 4. Avea anche il Vandelli ideata, per quanto sembra, una Biblioteca degli Scrittori Modenesi, ma pochi Asticoli soli ne avea stesi, che io ho avuti tralle mani.)
II] Serie de' Principali Personaggi della Casa d'Este. (2 Tomi in fol. È un Compendio delle Antichità Estensi del Muratori con alcune giunte.)
III] Scritture diverse appartenenti alle acque del Ferrarese, del Bolognese, e della Strada Nuova.
IV] Della vera posizione della città di Luni e della vasta e reale estensione del suo Porto.
V] Cinque Lezioni Accademiche:
a) Sull'Arti e scienze Antidiluviane.
b) Sull'equilibrio de' fluidi.
c) Sul flusso e riflusso del mare.
d) Sulla discesa del Mercurio nel Barometro.
e) Numeri Pliniani in contextu Lib. III. C. XX.examinati.
VI] Memorie intorno a Lodovico Aureli Perugino.
VII] Dell'origine della Bussola, e dell'utilita delle matematiche.
VIII] Dissertazione sopra il cippo di Q. Alfidio Ila.
IX] Dissertazione sopra due luoghi difficili di Dante.
X] Dissertazione sopra il caldo e il freddo delle cantine.
XI] Corso di Matematica.
XII] Varie Memorie concernenti la Storia e le Antichità di Modena.
Cit.: "... quando un erudito modenese, Domenico Vandelli, osservò che nel lavoro di sollevamento delle tavole marmoree del pavimento dell'antica Ursiana, queste tavole lasciavano una incisione di iscrizione nel terreno cui aderivano. Egli s'accorse ben presto che si trattava non di lastre lisce, ma di marmi incisi, con iscrizioni sepolcrali in parte pagane e in parte cristiane provenienti da antichi cimiteri della zona di Classe. un bene culturale di questo genere non poteva certo andare disperso, ma neppure doveva essere rimesso in opera nel moderno pavimento. Raccolto nella Sala lapidaria dette luogo al primo nucleo del Museo attuale." VARI MUSEI, su ipvalle.it. URL consultato il 14 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2016).
Cfr.: Federzoni L. - Al personaggio Vandelli è stato dedicato un altro saggio relativo al viaggio triennale attraverso l'Europa occidentale compiuto dal geografo modenese al seguito del nobile Alfonso Vincenzo Fontanelli: di questo viaggio rimangono un diario manoscritto, un saggio a stampa e un epistolario, che hanno permesso di cogliere diversi aspetti del paesaggio urbano e rurale europeo attraverso gli occhi di un osservatore competente nell'analisi del territorio. Laura Federzoni Professore ordinario Dipartimento di Storia Culture Civiltà (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
La finalità principale del Grand Tour era quella di favorire il perfezionamento dell'educazione dei rampolli della nobiltà, attraverso l'acquisizione delle conoscenze utili a completarne la formazione culturale e politica, grazie al contatto diretto con i luoghi ed i simboli della civiltà occidentale e frequentando le corti dei paesi europei verso i quali si nutrivano interessi diplomatici. Questa sorta di mecenatismo moderno diede l'opportunità a numerosi artisti e letterati di usare il viaggio come strumento di confronto con realtà e culture straniere, favorendo così un cospicuo scambio formativo. - L'Europa del Grand Tour tra il XVI e il XVII secolo
Biblioteca modenese, o notizie della vita e delle opere degli scrittori Natii degli Stati del Serenissimo Signor Duca di Modena Raccolte e ordinate dal Cavaliere AB. Girolamo Tiraboschi Consigliere di SAS Tomo V in Modena 1784 Presso la Società Tipografica, con licenza de' superiori - Pag.340
"La strada ducale modenese rappresenta una sfida tecnica notevole per il suo tempo e ha in sé numerose innovazioni. Per percorrere un ambiente montano ripido ed impervio, Vandelli fu indotto a concepire nuove metodiche cartografiche che contenessero anche riferimenti altimetrici ad uso matematico e trigonometrico. Introdusse quindi le linee di livello di quota costante. Questa innovazione permise una progettazione più attenta, precisa e la stesura di mappe più realistiche e ricche di informazioni utili al lettore." La Via Vandelli (PDF), su venetoenduranceteam.com. URL consultato l'11 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2014).
Cfr.: Giovanni Santini - La via Vandelli: prima strada “moderna” nell'Italia del Settecento.; Contributi ad uno studio storico sistematico della viabilità transappenninica toscoemiliana. In La Via Vandelli strada ducale del '700 da Modena a Massa. I percorsi emiliani Cit., pag. 10-16, a pag. 13.
Cfr.: È stata esaminata l'opera cartografica di Domenico Vandelli, geografo e ingegnere al servizio del Ducato Estense nella prima metà del Settecento, confrontandola con la cartografia dello stesso periodo in Europa ed è stata verificata la sua incidenza nell'ambito del piccolo Stato di appartenenza attraverso l'esame dei rapporti che legarono il Vandelli a quel grande storico italiano che fu Ludovico Antonio Muratori. Il Muratori ebbe sempre contatti molto proficui con i geografi locali ed europei, come dimostra l'epistolario che tenne, oltre che con il Vandelli, con Giacomo Cantelli, altro cartografo modenese e con Michel-Antoine Baudrand, geografo francese operante nella seconda metà del XVII secolo (pubbl. n. 29). Laura Federzoni, su unibo.it (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
In questo modo la rappresentazione del rilievo non era più solo espressiva ma anche tecnica, e matematicamente ineccepibile. Cfr.: Paola Foschi - Oltre i confini: da Modena e da Reggio lungo le strade d'EuropaQuaderni Estensi, V (2013), su quaderniestensi.beniculturali.it, p.8 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
Cfr.: Nella storia della cartografia del Ducato di Modena tre sono le opere fondamentali che hanno apportato significative variazioni tecniche e di rappresentazione del territorio: quella del matematico ed astronomo Giovanni Antonio Magini all'inizio del 1600, quella dell'abate Domenico Vandelli intorno alla metà del 1700, ed infine quelle del Maggiore del Genio Austro-Estense Giuseppe Carandini nella prima metà dell'800. Bollettino dell'Associazione Italiana di Cartografia, 143
Giuseppe Sergi, Potere e territorio lungo la strada di Francia, Liguori, Napoli, 1981, anticipando un concetto successivamente approfondito da Lucio Gambi quando riferendosi alla molteplicità dei tracciati in alcuni tratti della transappenninica Via Vandelli, precisa: “… in molti luoghi l'articolazione del tracciato in brevi varianti o vicarianti, non dovute a mutazioni politiche o economiche ma al bisogno di avere a disposizione più itinerari a quote diverse, da scegliere in base alle condizioni del clima o allo stato di transitabilità dei terreni, lascia ritenere che l'acquisizione di quelle cognizioni sia stata composita e faticosa. Ciò non toglie però che fino da età remota questa esperienza individuasse con una certa precisione le linee più convenienti lungo cui dirigere i transiti, e quindi delineare le vie, nelle aree ove domina una matrice argillosa: cioè le creste degli spartiacque ove il terreno argilloso risulta più asciutto per un migliore drenaggio”
Molto utile per la comprensione della cartografia vandelliana nel quadro della scienza geografica del suo tempo: Laura Federzoni, Domenico Vandelli e la cartografia del suo tempo, in La Via Vandelli strada Ducale del ‘700 da Modena a Massa. Dal Frignano alla Garfagnana e al Ducato di Massa, a cura di Maurizio Pellegrini e Fabio Massimo Pozzi, Artioli Editore in Modena, 1989, p. 7-16.
Cfr.: Stati del serenissimo signor duca di Modena in Italia: delineati colle strade principali, e parti de' domini circonvicini - Domenico Vandelli; Andrea Bolzoni incisore ferrarese in Ferrara nell'anno 1746
Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici. Tomo decimoquarto - Al Reverendiss. Padre, il Padre D. Guido Grandi P.P.P. di Mattematica nell'Università e Abate di S. Michele in Borgo di Pisa ec. In Venezia. Appresso Cristoforo Zane con licenza de' Superiori, e privilegio. MDCCXXXVII Pag.91 datata 31 Luglio 1728.
Numerose le lapidi commemorative; tra di esse quella della città di Pievepelago che recita:
«ALL'ABATE DOMENICO VANDELLI ARCHITETTO DELL’OMONIMA VIA. UNA STRADA MODERNA DEL '700 ITALIANO, ALLE POPOLAZIONI APPENNINICHE CHE DIVISERO INGEGNO E FATICHE IL COMUNE DI PIEVEPELAGO QUESTO RICORDO POSE»
Una chiara sintesi su questa via e il suo percorso è quella di Giovanni Bortolotti, La Via Vandelli, in «Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi», s. X, II, 1967, p. 189-190 e ibidem, p. 191-194, il saggio con fotografie di Renzo Giromini, Note sulla via Vandelli.
Lucio Gambi, Fabio Massimo Pozzi, La via Vandelli: strada ducale del ‘700 da Modena a Massa. I percorsi del versante emiliano, Artioli, Modena, 1987, pagg. 127-128
Cfr.: Sulle Alpi Apuane nel Settecento. La Via Vandelli e il Casone di Ripanaia: storia, archeologia e restauro - Un libro edito da: All'Insegna del Giglio, 2006
Si sono conclusi i lavori di restauro della Via Vandelli, iniziati dal parco regionale delle Alpi Apuane nel 2003 e finanziati dal progetto Ape Appennino Parco d'Europa, con cui Unione Europea, ministero dell'ambiente e Regione Toscana hanno inteso promuovere la valorizzazione della catena degli Appennini. Finito il restauro dell'antica via Vandelli, su ricerca.gelocal.it (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
La tecnica di triangolazione venne introdotta proprio a quei tempi in Francia e rappresentava la metodologia ultima per la stesura di mappe cartografiche dettagliate.
Rif.: Biblioteca Attilio Mori dell'Istituto geografico militare e biblioteca militare del presidio di Firenze - Firenze - FI - [consistenza] 1 c. (coll. Bianconi n. 158) - [fondo/collocazione] Bianconi DD-II-1 - [tipo di digitalizzazione] integrale - copia digitalizzata. Pos.: FI0022 CFIIG
Cfr.: Biblioteca Attilio Mori dell'Istituto geografico militare e biblioteca militare del presidio di Firenze - Firenze - FI - [consistenza] 1 c. (coll. Bianconi n. 158) - [fondo/collocazione] Bianconi DD-II-1 - [tipo di digitalizzazione] integrale - copia digitalizzata. Pos.: FI0022 CFIIG
di C... Paleofilo: pseudonimo del Dott. Domenico Vandelli, modenese nella Lettera sul vero fiume Rubicone degli Antichi, 1754 in 4°, V. Lancetti - Pseudonimia - Archivio storico, Biblioteca di Treviso I.18.G.9;
Rif.: Biblioteca Estense di Modena, Tiraboschi - Tomo V, p.344-345;
Tomo V della Biblioteca Estense Universitaria modenese del Tiraboschi.
Domenico Vandelli, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
La Via Vandelli, strada ducale del ‘700 da Modena a Massa, Vol. I e II, Pellegrini, Pozzi - Ed. Artioli, Modena 1989.
Considerazioni sopra la notizia degli accademici lincei scritta dal Sig. Giovanni Bianchi - Ristampata in Firenze nel 1744 presso Pietro Gaetano Viviani in quarto Reale. Opuscolo di Domenico Vandelli Pubblico Professore delle Matematiche nell'Università di Modena. In Modena, per Bartolomeo Soliani. Con Licenza de' Superiori.
Dissertazioni sopra le Antichità Italiane di Lodovico Antonio Muratori, Tomo II.
Vita del proposto Lodovico Antonio Muratori, Giovanni Francesco Soli Muratori suo nipote - Presso Giuseppe Ponzelli, in Napoli 1758.
La secchia rapita, Alessandro Tassoni - Presso Bartolommeo Soliani Stamp. Ducale, in Modena, 1744.