Dita a V
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Le dita a V (in inglese V sign, /vi:.sain/)[1] sono un gesto in cui si alzano l'indice e il medio, in modo da formare una V. Questo segno ha vari significati a seconda del contesto culturale e della mimica correlata.
Il segno delle dita a V può indicare vittoria o pace, se il palmo è rivolto verso l'osservatore. Ovviamente dipende dal contesto, ma di solito se il braccio è teso, si pensa alla vittoria, se invece il braccio è ad angolo, si pensa al saluto pacifico. Lo stesso segno fatto con il dorso della mano rivolto all'osservatore, in Gran Bretagna è un insulto verso quest'ultimo. Ciò non ha alcuna relazione con la lettera, in quanto sembra derivare da motivi storici, che tuttavia non sono provati. Durante la guerra dei cento anni tra Inghilterra e Francia gli arcieri inglesi erano molto temuti, per cui se presi prigionieri venivano loro mozzate le dita indice e medio in modo che non potessero più tirare con l'arco. Per contro, quando gli inglesi erano davanti al nemico, mostravano queste due dita e non è un caso che in Gran Bretagna mostrare la V, ma dalla parte del dorso delle dita, sia considerato un insulto. Altre teorie anch'esse non provate suggeriscono che il gesto possa derivare dal mondo arabo[2].
Il gesto inizialmente veniva utilizzato solo in senso spregiativo generalmente con il dorso rivolto verso il destinatario; nei primi decenni del XX secolo il medesimo gesto ma con il palmo rivolto verso l'esterno, fu poi adottato dal belga Victor de Laveleye e utilizzato in segno di vittoria dopo la campagna politica durante la seconda guerra mondiale. In seguito è stato usato da altri uomini politici, quali Winston Churchill o Richard Nixon.
Nell'Unicode, infine, il gesto è riconosciuto come U+270C e con il nome di Victory Hand (in italiano Mano della vittoria).[3]