Diritto di morire
libertà di porre fine alla propria vita / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Col termine diritto di morire s'intende la libertà etica e la conseguente possibilità giuridica concessa da parte delle istituzioni, per ogni individuo, di commettere suicidio o sottoporsi ad eutanasia volontaria.
Il possesso di tale diritto viene spesso inteso nel senso che ad una persona con una malattia terminale dovrebbe essere permesso di scegliere liberamente se continuare a vivere o, se rifiutasse il prolungamento del trattamento di cura, d'esser aiutata a morire tramite suicidio assistito; è, in tal caso, la libertà di scegliere di non prolungare oltre le proprie sofferenze, quando ritenute andare oltre alla propria personale dignità umana, una richiesta di morte dignitosa mantenendo un senso di controllo[1]. La questione verte su: dovrebbe essere lasciato alla libertà incondizionata del singolo decidersi ad un tale atto? La risposta è spesso, da parte di chi risponde "si" e di chi risponde "no", al centro anche di aspri dibattiti.[2]
Il diritto di morire a volte viene associato all'idea che il proprio corpo e la propria esistenza siano un unicum di proprietà esclusiva individuale (sovranità ed autonomia individuale), pertanto si ha anche il diritto di rifiutarli; d'altra parte si sostiene anche un legittimo interesse e ragion di Stato a voler prevenire la soppressione fisica dei suoi cittadini, supportato anche da una parte del mondo medico che considera il suicidio sempre e comunque come un atto eminentemente irrazionale e/o causato da problematiche psicologiche della più varia specie.
I fautori moderni del diritto di morire obiettano invece che vi può essere una fondata razionalità nella scelta di terminare volontariamente la propria vita: razionalità dovuta al fatto che la decisione di uccidere sé stessi proviene da una scelta autonoma e non condizionata dell'individuo agente. Una scelta che già nel pensiero filosofico antico apparteneva agli stoici ad esempio, ma anche all'utilitarismo sia classico che moderno; libera scelta la quale è inoltre frutto di una stabile riflessione, non quindi una decisione impulsiva irrazionale e non prodotta da disturbi mentali, raggiunta dopo debita deliberazione[3].