Diritti riproduttivi
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I diritti riproduttivi sono quei diritti e libertà legali relativi alla riproduzione e alla salute riproduttiva. Possono variare anche di molto a seconda del paese specifico e del continente preso in esame[1]. L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce i diritti riproduttivi come segue:
«i diritti riproduttivi si basano sul riconoscimento del diritto fondamentale di tutte le coppie e degli individui a decidere liberamente e responsabilmente il numero, la separazione e la sincronizzazione temporale di nascita dei loro figli e di avere le informazioni e i mezzi per farlo e il diritto di raggiungere il massimo livello di salute riproduttiva. Essi comprendono anche il diritto di tutti di prendere decisioni in materia di riproduzione senza discriminazione, coercizione e/o violenza[2].»
I diritti riproduttivi possono includere alcuni o tutti i seguenti diritti: il diritto a ottenere un aborto legale e sicuro; il diritto alla contraccezione; la libertà dalla sterilizzazione forzata; il diritto di accedere a un'assistenza sanitaria riproduttiva di buona qualità; il diritto all'accesso all'istruzione femminile per poter fare scelte riproduttive libere e informate nei riguardi della pianificazione familiare[3].
I diritti riproduttivi possono anche includere il diritto a ricevere un'adeguata informazione per quanto concerne le malattie sessualmente trasmissibili e sugli altri aspetti della sessualità, assieme alla protezione da pratiche quali la mutilazione genitale femminile(FGM)[1][3][4][5].
I diritti riproduttivi hanno cominciato a svilupparsi come un sottoinsieme dei diritti umani[4] alla "Conferenza internazionale dei diritti umani" del 1968; la conseguente proclamazione non vincolante di Teheran fu il primo documento di un trattato internazionale che riconosceva l'esistenza di questi diritti quando affermava che "i genitori hanno un diritto umano fondamentale per determinare liberamente e responsabilmente (vedi responsabilità (filosofia)) il numero e la distanza di nascita temporale dei loro figli"[4][6].
Tuttavia si è assistito a una notevole lentezza nell'incorporare tali diritti in strumenti giuridicamente vincolanti a livello internazionale; quindi, sebbene alcuni di questi diritti siano già stati riconosciuti in un diritto forte, cioè in strumenti giuridicamente vincolanti per i diritti umani internazionali, altri sono stati citati solo in raccomandazioni non vincolanti e, pertanto, posseggono nel migliore dei casi lo status di legislazione leggera (Soft law) nel diritto internazionale; mentre un altro gruppo deve ancora essere accettato nella comunità internazionale e quindi rimane a livello di propugnazione e patrocinio (advocacy)[7].
Le questioni relative ai diritti di riproduzione sono tra alcune delle questioni di diritto più vigorosamente contestate a livello mondiale, a prescindere dal livello e dalle condizioni socioeconomiche, dalla religione o dalla cultura della popolazione[8].
Le questioni concernenti i diritti riproduttivi vengono spesso presentate come essere di vitale importanza nelle discussioni e negli articoli pubblici da parte delle "organizzazioni per la popolazione", ad esempio l'organizzazione non a scopo di lucro britannica Population Matters operante a livello internazionale[9].
I diritti riproduttivi costituiscono un sottoinsieme dei "diritti per la salute sessuale e riproduttiva".